Furbetti del cartellino al Loreto Mare: tra gli arrestati anche tre medici con rapporto di esclusività in servizio presso il nosocomio, ma con un altro lavoro. E’ il caso di V.T., che almeno dall’anno 2002 svolge “abitualmente”, come precisa il gip, attività privata presso il centro diagnostico di proprietà di madre, sorella e nipote e che porta il suo stesso nome nella zona di Porta Capuana. In effetti, sulla sua pagina facebook, il 19 gennaio 2012 è lo stesso medico a sottolineare di lavorare nel centro diagnostico che porta il suo nome e di cui è lo specialista. E tutte le volte che si assenta dall’ospedale, è per correre al centro per effettuare esame diagnostici, fissare appuntamenti, oppure sistemare la documentazione e la posizione del centro come struttura accreditata. Anche le intercettazioni telefoniche mostrano questa situazione. E V.T. chiama a volte a lavorare con lui in questa struttura privata un altro medico dirigente in un altro ospedale cittadino, eppure in rapporto di esclusività . Che questa collaborazione sia retribuita, lo attesta un sms che la donna invia a V.T. il 10 novembre 2014: “per piacere, se puoi, ti ricordi i mille euro? Devo andare a pagare l’assicurazione al più presto”. T.R. invece è titolare di fatto di un centro diagnostico formalmente intestato alla moglie, dalla quale risulta separato, anche in questo caso per gli inquirenti solo formalmente. Ed è su youtube che nel gennaio 2014 gli investigatori trovano postate immagini dell’uomo che pubblicizza i servizi del centro in una nota trasmissione televisiva. Al centro l’uomo si reca ogni giorno, anche quando risulta essere in servizio in ospedale. Dalle intercettazioni inoltre emerge l’insofferenza che il medico ha nel lavorare in una struttura pubblica, che però non lascia perchè avrebbe avuto 40 mila euro l’anno in meno da pensionato mettendosi in aspettativa: “c’è poco da fare i conti… – dice al telefono a un amico – perdo perdo… se fosse tutto l’anno perderei 45 mila euro l’anno”. A.C. non ha un proprio centro diagnostico, ma fa attività professionale privata in numerose realtà di questo tipo; e più volte gli inquirenti lo ascoltano parlare al telefono con le segreterie di diverse cliniche o centri per mettersi d’accordo sull’orario in cui effettuare prestazioni professionali per loro conto.