Gragnano. “Non credevo che la mia denuncia potesse avere queste conseguenze”. Presunta vittima di estorsione, in tribunale ritratta le sue dichiarazioni e ora rischia il processo.
Si tratta del gestore di un ristorante di proprietà di Fabio Di Martino, figlio del boss Leonardo “’o lione”, capoclan dei Di Martino-Afeltra, “padroni” delle coltivazioni di droga dei Monti Lattari.
Nel 2008, lui denunciò due presunti estorsori che, forse non sapendo bene chi fosse il proprietario del locale, erano andati a chiedere il pizzo proprio per conto di Leonardo alias ‘o lione.
Ma, dopo la denuncia, ieri, nel corso del processo apertosi al Palazzo di Giustizia di Torre Annunziata, il presunto taglieggiato ha smentiri gran parte del racconto.Davvero incerte, inoltre, sono apparse le sue dichiarazioni su Leonardo Di Martino.
“Qual è il suo lavoro? Non ricordo bene, ma so che è il proprietario del locale che gestivo. Io ho denunciato quelle due persone solo per farmi bello con il proprietario del locale”. Frasi che hanno convinto i giudici ad inviare gli atti in Procura per accertamenti. Nel frattempo, alla sbarra per estorsione aggravata restamo Antonino Tavella e Valentino Ambrosio, entrambi 30enni di Gragnano e Pompei.
Monica Barba