Il pentito: “Ecco il patto Mafia-Camorra per rifornire la Sicilia di droga”. TUTTI GLI ARRESTATI

Il traffico di cocaina, hascish ed eroina, le piazze palermitane gestite da Cosa nostra, gli avvicendamenti alla guida del clan della Guadagna: parla di stupefacenti e mafia Giovanni Vitale, detto il Panda, da qualche settimana passato tra i ranghi dei collaboratori di giustizia. I verbali con le sue dichiarazioni sono stati depositati agli atti del processo in cui è imputato proprio di traffico di droga. Vitale ha anche una condanna a 8 anni per associazione mafiosa. Il collaboratore di giustizia parla di fiumi di cocaina ed eroina che fruttavano decine di migliaia di euro comprate a Napoli o da una banda di ghanesi a Palermo e rivendute nel capoluogo siciliano. Nel tempo gli affari sono passati dalle mani della famiglia Profeta, coinvolta nella strage di via D’Amelio, a quella dei Fascetta. Vitale faceva su e giù da Secondigliano, dove aveva contatti con un trafficante. Lo stupefacente veniva nascosto. “Erano tre chili, è arrivata alla stalla.. in una valigia scura, piena di ketchup, senape, tutta sparsa e peperoncino.. per non fare sentire ai cani”, racconta. Oppure tra i giocattoli. Il pentito fa considerazioni anche sul mercato della droga: “l’eroina diciamo è piena Palermo e ce l’hanno tutti, la prendono ormai anche a prezzo mercato, la cocaina.. diciamo quasi tutti questi extracomunitari ormai la prendono chiunque..”. E i prezzi sono molto calati. “Prima -dice – uscivamo a 90 mila euro (al chilo ndr), adesso la escono a 30, a 25.. a 40”. Mentre per 10 chili di hashish il clan pagava circa 18mila euro. Il pentito, ritenuto capo del clan di Resuttana e arrestato dopo una breve latitanza, parla anche della complicità di una guardia carceraria attraverso la quale faceva avere del denaro a un mafioso detenuto con cui aveva gestito il business dello stupefacente. “Sua moglie mi chiamava, (la moglie del detenuto ndr),- racconta ai pm – dice Tony compragli le scarpe, compragli il salmone, compragli.. veniva la guardia, gli davo 100 euro alla guardia”. E in cambio del favore l’agente penitenziario, in servizio all’Ucciardone, intascava del denaro.

Dalla Calabria, dalla Campania e dall’Albania fino a Palermo: centinaia di chili di hashish, cocaina ed eroina con destinazione assuntori del capoluogo siciliano, senza particolare distinzione di fasce sociali “perche’ non si puo’ fare un classismo degli acquirenti, anche se alcuni tipi di droga costano di piu’ e chi se ne vuole approvvigionare dovrebbe avere un reddito adeguato”, dice Rodolfo Ruperti, capo della Squadra mobile di Palermo, conversando con i giornalisti, in merito agli arresti per droga effettuati stamane. Insospettabili, certo, tra chi si riforniva di droga, in ogni caso una clientela variegata. “Dentisti, avvocati giornalisti, uno spaccato incredibile – afferma Ruperti -. Anche clientela che, vivendo in ristrettezze o si mette a sua volta a spacciare o commette reati contro il patrimonio”. In manette 13 persone, di cui due ai domiciliari (Giuseppe Cutino di 31 anni e Antonio Napolitano di 25), mentre per altre tre sono ancora in corso le ricerche: sotto l’egida di Cosa nostra, facevano affari con la Camorra. Gli arresti gia’ eseguiti riguardano Francesco Ferrante, 57 anni, Salvatore Peritore, 60 anni, Carlo Arculeo, 66 anni, Giuseppe Saltalamacchia, 33 anni, Gaetano Rubino, 37 anni, Alessandro Bronte, 32 anni, Pietro Catalano, 35 anni, Ciro Spasiano, 38 anni, Dario De Felice, 41 anni, Giuseppe Rosciglione, 38 anni, Angelo Scafidi, 30 anni.

Le indagini, coordinate dai sostituti procuratori Maurizio Agnello e Amelia Luise, avviate nel 2012 e concluse dal 2016, hanno fatto luce su due distinti gruppi criminali. In particolare, un gruppo era composto da Bronte, con precedenti in materia di stupefacenti e reati contro il patrimonio, Catalano, con precedenti per stupefacenti, e Scafidi, che risulta invece incensurato, tutti residenti nella zona del Capo. Proprio Bronte risulta la figura di spicco, gia’ inserito nel mandamento mafioso di Porta Nuova, e dedito anche al traffico di stupefacenti, per conto di Tommaso Lo Presti, 41 anni, attualmente detenuto e a capo del medesimo mandamento. Il filone investigativo sul secondo sodalizio criminale, invece, ha tratto origine dal sequestro di 93 mila euro effettuato il 21 agosto 2014 a carico di Peritore, a capo del gruppo assieme ad Arculeo. Complessivamente, nell’arco del 2014 e del 2015, gli agenti hanno arrestato alcuni corrieri della droga con un carico di oltre 70 chili di hashish, 7,5 chili di cocaina, 14 chili di marjuana, 1,5 chili di eroina e, circa, 100 mila euro in contanti. “I dati di questa indagine ci restituiscono un quadro allarmante dove emergono introiti rilevanti e preoccupanti – spiega Ruperti -. Il primo e’ un gruppo che ha facilita’ di rapporti con i campani per ingenti quantitativi di hashish, e rapporti anche con albanesi del ragusano che li riforniscono di marijuana”.

(nella foto Giuseppe Cutino e Antonio Napolitano)


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