Il Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop si dichiara “parte lesa” nell’ambito dell’inchiesta “Aristeo” della Guardia di finanza di Caserta e della procura sammaritana che ha portato a dieci provvedimenti cautelari e al sequestro di tre caseifici nell’ambito di una presunta frode nel settore lattiero-caseario. Il Consorzio ha anche annunciato che il consiglio di amministrazione valuterà la “possibilità di espulsione del socio coinvolto, in base alle norme di trasparenza previste dal nostro codice etico”. “L’operazione di oggi è la conferma della massima attenzione e vigilanza che c’è nel comparto della mozzarella di bufala campana Dop – ha detto il presidente del Consorzio, Domenico Raimondo -. Alla Procura, alle forze dell’ordine e all’Asl va nostro il sentito ringraziamento. Comportamenti che mettono a rischio l’eccellenza di un prodotto unico al mondo sono assolutamente da condannare e non verranno tollerati. Il Consorzio di tutela è parte lesa in questa vicenda e difenderemo il buon nome degli associati e la reputazione del nostro prodotto in ogni sede utile, costituendoci anche parte civile nell’eventuale processo”.
“I consumatori – ha aggiunto il direttore del Consorzio, Pier Maria Saccani – non hanno nulla da temere. Da circa due anni il sistema di tracciabilità del prodotto a marchio Dop è ancora più sicuro e capillare, offre garanzie complete e dal settembre 2016 è esteso a ogni capo. Con le norme attuali possiamo risalire con precisione da una singola mozzarella fino alla bufala che ha fornito il latte”. “Si tratta del sistema di tracciabilità più avanzato in Europa, che pone il nostro comparto all’avanguardia a livello comunitario – ha concluso – Il Consorzio di tutela ha messo e metterà in campo tutti gli strumenti a disposizione per tutelare l’unica mozzarella in commercio che può vantare il marchio Dop”. Nell’inchiesta Aristeo sono finiti i titolari del caseificio Bellopede (nella foto), tra i soci più importanti del consorzio.