L’accusa choc del pentito: “Gli Ivone del rione Traiano pagano polizia e carabinieri per stare tranquilli”

Le accuse sono di quelle pesanti e per questo che i magistrati della Dda vogliono vederci chiaro fino in fondo. Esponenti delle forze dell’ordine sarebbero a libro paga dei clan della camorra di Soccavo e del Rione Traiano. Le accuse sono dell’ex boss di Forcella, oggi pentito, Maurizio Ferraiuolo. Il boss che tentò la fuga sui tetti prima di essere arrestato ne parla a proposito dei suoi parenti, gli Ivone del rione Traiano e dei loro scontri armati con i Cutolo. In un verbale incluso nelle mille pagine dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Egle Pilla due settimane fa nei confronti di oltre 130  tra boss e gregari del clan Puccinelli del rione Traiano – 88 sono finiti in carcere – Ferraiuolo spiega: “… I Cutolo sono molto pericolosi… non sentivano ragioni ed erano soliti sparare contro i palazzi. Ricordo l’ultima sparatoria del marzo-aprile 2012 contro la palazzina dove i miei cugini Gaetano, Gustavo e Raffaele Ivone spacciano. Spararono all’indirizzo della casa dove abita la figlia di Cocozza Francesco, quest’ultimo sodale di Gaetano Ivone (anche proprietario di casa). Anzi preciso che questa casa solo apparentemente è un casa di abitazione, ma è una piazza di spaccio. Spesso questa casa è stata oggetto di interventi della Polizia per controlli, su mandato di mio zio Giuseppe Ivone, che è solito fare il confidente ed ha anche intese corruttive sia con carabinieri che polizia. Io sentivo parlare del quinto distretto e di un certo …(omissis). Ivone Giuseppe paga 1500 euro al quinto distretto per lavorare indisturbato. Tanto l’ho appreso anche da Alfredo Sorianiello, il quale del pari corrompeva gli appartenenti al quinto distretto. I soldi materialmente li consegnavano Ivone Giuseppe e Ballaro Salvatore, quest’ultimo da me avviato alle estorsioni alla Maddalena e a Forcella, almeno fino al mio arresto…”.

Accuse infamanti che gettano discredito nei confronti di carabinieri e polizia che operano in quei quartieri difficili e periferici di Napoli. Alcuni di loro rischiano la vita tutti i giorni facendo il proprio dovere fino in fondo. Il maxi blitz di due settimane fa dei carabinieri ma anche i tanti blitz con arresti e sequestri di armi da parte della polizia dimostrano invece che le forze dell’ordine hanno lavorato e continuano  a lavorare per scardinare il cancro della camorra.


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