Si estende l’inchiesta sui candidati comunali ignari di essere in lista condotta dalla Procura di Napoli. Dai primi accertamenti svolti sulle liste elettorali dal pm Stefania Buda, coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, si e’ accertato che 8 documenti d’identita’, su 9 casi finora accertati, sono stati falsificati. Il nucleo di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza ha scoperto che nome, cognome e data di nascita sono realmente dei candidati che non sapevano di essere stati inseriti nelle liste elettorali, mentre indirizzi ed estremi dei documenti sono stati falsificati. O meglio, si sta cercando di capire se quei numeri siano falsi o appartengono ad altre persone. E’ imminente invece l’iscrizione nel registro degli indagati di almeno tre persone e gia’ da lunedi’ la delega di indagini passata alla Finanza partita in maniera operativa. Ci saranno altre acquisizioni alla Corte d’Appello di Napoli, dove c’e’ il registro elettorale, lo stesso si fara’ al Comune e nelle sedi dei comitati, che anche se disciolti, mantengono ancora archivi. La Procura inoltre sentira’ i nove candidati ‘fantasma’ e anche i responsabili delle liste, cosi’ come Gennaro Mola, compagno della deputata Pd Valeria Valente, indicato dall’avvocato Donatella Biondi, una delle nove persone coinvolte nello scandalo, come colui che distribuiva i moduli di rimborso elettorale. La donna, nel corso dell’interrogatorio di ieri in Procura, ha anche fatto leggere un sms che Mola le avrebbe inviato. A rivelare il nome di Mola ai media era stata la stessa deputata in un comunicato stampa di ieri sera. “Essendo passati 7 mesi dalla campagna elettorale, ed essendo il mio comitato ormai sciolto, e’ stato Gennaro, anche per le sue competenze professionali, ad occuparsi di incontrare ad uno ad uno i candidati nelle mie liste civiche, per consegnare loro il modulo prestampato sulla rendicontazione e dare indicazioni su come compilarlo, tra loro anche l’avvocato in questione. L’avvocato ha esposto a Gennaro il problema di essere candidata inconsapevole. Lui le ha detto che avrebbe cercato di raccogliere informazioni per aiutarla e che, nel caso, gliele avrebbe comunicate. Da allora non l’ha piu’ sentita”, ha scritto la Valente su Facebook.