“Listopoli” a Napoli, Gennaro Mola ammette: “Ore confuse, c’è stata falla”

Giorni di “grande confusione al comitato elettorale”, la necessità di “incrementare il numero di candidati” ma anche la consapevolezza che “io non avrei mai permesso che persone inconsapevoli venissero messe in lista”. Gennaro Mola, ex assessore nella giunta Iervolino e compagno di Valeria Valente, dà la sua versione del caso dei candidati inconsapevoli finiti nella lista NAPOLI Vale, la civica di riferimento della candidata a sindaco del Pd, sconfitta poi al primo turno delle amministrative. E lo fa partendo proprio da come lui stesso ha scoperto che c’erano candidature inconsapevoli: “L’uomo ‘incappucciato’ – dice all’Ansa – ero io ma non avevo cappucci. A sette mesi dal voto mi hanno detto che una candidata aveva problemi a presentare la rendicontazione e così come ho fatto con altri candidati le ho dato assistenza. L’ho sentita al telefono, le ho spiegato dove scaricare i moduli e poi mi sono offerto di portarglieli io stesso, ma non compilati. Mi disse che era in Piazza Municipio, l’ho raggiunta lì e per farmi riconoscere le ho detto che avrei portato una busta della Camera dei deputati che avevo sulla scrivania”. All’incontro, però, la scoperta: “Dopo aver preso i moduli – racconta Mola – mi ha detto che non sapeva di essere stata candidata. Ho chiesto ad amici comuni ma senza sapere chi l’avesse presentata, poi ho letto della ragazza down e ho capito che non era un episodio isolato. Ma mi è sembrato tutto assurdo”. “Io – dice l’ex assessore a NAPOLI – non avrei mai candidato qualcuno a sua insaputa. La lista aveva il numero minimo e se avessi avuto problemi a riempirla avrei chiamato amici o avrei candidato i giovani che erano al comitato. Non so cosa sia accaduto”. Ma qualcosa è sfuggito al controllo: “Prima delle presentazione delle liste, al comitato in Piazza Bovio – racconta Mola – arrivavano decine di persone delle altre liste collegate alla Valente, che chiedevano assistenza varia, avevano problemi con la modulistica, chiedevano come autenticare le candidature. Siamo stati invasi. In quel momento ci deve essere stata una falla. Ma subito dopo la presentazione delle liste siamo stati travolti dalla vicenda delle liste ricusate nelle municipalità, siamo stati presi dai ricorsi e non c’abbiamo più pensato”. Il nodo è venuto al pettine quando i candidati a loro insaputa hanno avuto la richiesta di rendicontazione: “A quel punto ho chiamato – dice Mola – gli altri dell’organizzazione del comitato Valente e ci siamo accorti che di alcuni candidati nessuno aveva neanche il numero di telefono”. Falla, leggerezza nei controlli o, come ha adombrato oggi la stessa Valente, una trappola nei suoi confronti? “Siamo in attesa – conclude Mola – dell’indagine in corso che chiarirà cosa è accaduto. Certo, nel centrosinistra c’era tensione nell’avvicinamento alle elezioni e questo non ha facilitato la migliore organizzazione delle cose. Noi ci siamo prodigati, abbiamo preteso i certificati penali di tutti ma alla fine siamo stati travolti e non siamo neanche riusciti ad averli per tutti. La confusione che si è creata non l’avevo mai vista”.


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