Listopoli a Napoli, Madonna interrogato dai pm ammette: “Agii con superficialità”

E’ durato circa tre ore e mezza l’interrogatorio del consigliere comunale del Partito Democratico Salvatore Madonna, al momento l’unico indagato nell’ambito dell’inchiesta della procura sulle candidature “a loro insaputa”. Assistito dall’avvocato Carlo Di Casola, il consigliere del Pd ha risposto alle domande del pm Stefania Buda che conduce l’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino. Secondo quanto si è appreso, Madonna avrebbe ammesso di aver certificato le firme apposte sul verbale senza che fossero presenti i diretti interessati, sostenendo di averlo fatto per superficialità e in una situazione ambientale di estrema confusione che si viveva nella affollatissima sede del comitato elettorale della Valente in piazza Bovio la sera del sei maggio, a poche ore dalla scadenza dei termini per la presentazione delle liste. Madonna è indagato per violazione della legge elettorale, per aver autenticato, nella sua qualità di consigliere dell’assemblea cittadina, la firma di nove candidati che erano stati inseriti, a loro insaputa, nella lista civica NAPOLI Vale, a sostegno della candidata a sindaco Valeria Valente. Nel verbale ”incriminato” compaiono 13 nomi: 4 candidati ”consapevoli”, 9 inconsapevoli. Le generalità e i dati contenuti nel verbali non sono stati trascritti da Madonna che si limitò soltanto ad apporre la propria firma autenticando così quelle dei candidati.

Il consigliere comunale Salvatore Madonna sarebbe stato convinto a effettuare le autenticazioni delle firme dei candidati da compagni di partito i quali gli avrebbero sottolineato che anche altri consiglieri stavano collaborando impegnandosi per tale operazione. E avrebbe precisato di appartenere a una corrente del Pd diversa da quella a cui fa riferimento Valeria Valente, candidata sindaco dem nel 2016. E’ quanto trapelato dall’interrogatorio del consigliere del Pd indagato nell’ambito dell’inchiesta della procura di Napoli sulle candidature ‘a loro insaputa’ relative alle elezioni amministrative dello scorso anno. A consegnargli il verbale con i 13 nomi – avrebbe spiegato al pm, secondo le indiscrezioni – sarebbe stato Gennaro Mola, ex assessore del Pd e compagno della Valente. L’operazione sarebbe avvenuta in una stanza dove si recarono per allontanarsi dalla confusione che regnava nella sede del comitato.


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