Macelleria criminale ad Afragola: due indagati per la macabra uccisione di Ferrara e Rusciano. Le piste investigative

Ci sono due indagati nell’inchiesta per il macabro duplice omicidio dei ras del contrabbando Luigi Ferrara e Luigi Rusciano, uccisi, fatti a pezzi e sepolti in un terreno incolto alla periferia di Afragola. I due indagati, è probabile che non siano i killer-macellai dei due, sarebbero stati individuati tra le persone vicine ai boss del contrabbando e che potrebbero aver avuto un ruolo determinante nella loro scomparsa. Ai due si è arrivati seguendo i contatti e i messaggi lasciati nei telefonini delle due vittime che erano stati ritrovati insieme con i documenti d’identità nella Fiat Idea trovata in un parcheggio a pagamento nel rione Salicelle di Afragola il giorno dopo la denuncia della loro scomparsa. Strettissimo riserbo tra gli investigatori che stanno lavorando alacremente per risolvere questo caso da macelleria criminale. Gli esperti della scientifica hanno trovato numerose tracce sia sul luogo dove sono stati sepolti i due e sia in auto. E non poteva essere altrimenti, soprattutto nell’auto. Perchè chi è entrato con loro nella Fiat Idea e che sicuramente gli ha teso la trappola e li feriti, almeno a uno dei due, visto che sono state trovate tracce di sangue, non poteva aver ustato alcuna accortenza, ne guanti. Altrimenti le due vittime si sarebbero insospettite. E quindi hanno lasciato tracce ovunque in auto come anche impronte in località Ferrarese di Afragola. Gli investigatori non tralsciano alcuna pista per trovare una spiegazione alla macabra esecuzione. Se da un lato è vero che la modalità “messicana” di tagliare i corpi delle persone da eliminare non appartiene al rituale della camorra facendo quindi propendere la pista per i signori del contrabbando dei paesi dell’Est Europeo con i quali i due facevano affari, d’altro canto  è vero che in quella zona dove sono stati sepolti ci sia arriva solo se la si conosce. E allora ecco che viene fuori la pista locale. E qui si possono fare tutte le ipotesi. Una vendetta trasversale postuma nei confronti di Luigi Ferrara, il cui fratello pentito del clan Moccia si uccise in carcere alcuni anni fa dopo aver fatto arrestare molti esponenti della cosca di Afragola. Oppure uno sgarro alla cosca locale dei Bizzarro-Barbato: qualche anno fa ci fu un regolamento di conti a colpi di pistola, tra Pietro Caiazza ( amico in particolare di Ferrara, arrestato quattro giorni prima della scomparsa dei due contrabbandieri) ed un esponente della cosca Bizzarro-Barbato, a cui Pietro Caiazza, meglio noto come Pierino o napoletano, aveva rifiutato di vendere grosse quantità di sigarette di contrabbando. Oppure un lavoro addirittura “sinergico” fatto dai signori del contrabbando dell’Est e la camorra locale perchè lo sgarro (che potrebbe essere un grosso quantitativo di sigarette di contrabbando non pagato) abbia danneggiato a livello economico sia i venditori ovvero quelli dell’Est sia quelli locali che avrebbero dovuto riceverlo e rivenderlo. E in ultimo un regolamento di conti interno al gruppo degli scissionisti degli Amato-Pagano ai quali i due comuqnue erano legati attraverso Pietro Caiazza. Ma gli investigatori non si spiegano tanta crudeltà nell’esecuzione. E’ pur vero che la zona di Afgragola nel 2014 è salita tristemente alla ribalta per quella che fu etichettata come la “faida dei bruciati” tra i Barbato e i Moccia con sei persone uccise e date alle fiamme e tre morti a colpi di pistola tra i soli mesi di febbraio e marzo del 2014, ma per ritrovare la crudeltà del taglio dei corpi o persone sciolte nell’acido o fatte scomparire nei pilastri di cemento bisogna risalire ai tempi della sanguionosa guerra tra i Cutoliani e quelli della Nuova Famiglia di Carmine Alfieri di cui i Moccia di Afragola erano i principali alleati. Sono tutti dettagli ed elementi sui cui gli investigatori stanno lavorando fin dal momento della scomparsa perchè sapevano che si trattava di un brutale caso di lupara bianca, non certo nel modo in cui poi si è scoperto. Ma il lavoro è contiuo e incessante con gli interrogatori di decine di persone tra familiari e conoscenti delle due vittime. E non è escluso che la svolta nelle indagini non arrivi a breve.

 Rosaria Federico


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