“Sono sereno, ma anche un po’ rammaricato. Ovviamente nessuno è indispensabile, però mi sarebbe piaciuto portare a compimento progetti che stavano dando buoni risultati”. Lo dice al Corriere della Sera Giovanni Colangelo, procuratore di Napoli da ieri in pensione. “Nessuno ha spiegato per quale motivo non si è voluta concedere la proroga, dopo le precedenti, che non mirava a rialzare l’età della pensione, ma solo a lasciare in servizio chi fosse stato disponibile fino alla copertura degli organici, che oggi sono deficitari di circa 1.000 unità. Mi sembra una situazione poco comprensibile”. Quanto alla coincidenza con l’emersione dell’inchiesta a carico del padre dell’ex presidente del Consiglio, avviata proprio dal suo ufficio, Colangelo sottolinea: “Non voglio alimentare illazioni. Certo, la coincidenza temporale è un dato oggettivo, così come è un dato oggettivo che l’impalcatura dell’organico della magistratura viene indebolita dalla decisione di non lasciare in servizio i magistrati in età pensionabile fino al riempimento dei vuoti. Per procedere alle nuove nomine ci vorranno mesi, così come per fare i nuovi concorsi. Era un discorso di buon senso, ma non se n’è voluto nemmeno discutere, nonostante le promesse fatte all’Associazione magistrati e gli auspici in tal senso della commissione parlamentare Antimafia”.