Napoli, inchiesta Romeo, lettera dei dipendenti: “Siamo anche noi, un’associazione a delinquere di persone perbene”

“Romeo Gestioni siamo anche noi, un’associazione a delinquere di persone perbene”. Inizia così la lettera aperta che i dipendenti del Gruppo Romeo hanno inviato alla stampa e alla Procura della Repubblica di Napoli in riferimento all’inchiesta su un presunto giro di tangenti che vede coinvolto l’imprenditore Alfredo Romeo. “Siamo una squadra di circa 2300 persone – continua la nota – che lavorano con onestà, professionalità e abnegazione in un’azienda leader nel mercato dei servizi di gestione e di facility management”. Ora “ci ritroviamo a vivere, a distanza di pochi anni, il medesimo film, allucinante e destabilizzante, purtroppo già visto con la vicenda Global Service” che, alla fine, “si è risolta in un’assoluzione piena sancita dalla Corte di Cassazione di tutte le persone coinvolte”. “Una tempesta passata? – sottolineano i dipendenti – Macché”. “Ecco che è ricominciata una feroce gogna mediatica che sbatte il nome della nostra azienda sulle prima pagine della stampa locale e nazionale”. “Non basta – è scritto ancora nella missiva – negli ultimi 4 mesi abbiamo subìto quattro decreti di perquisizione che, moltiplicati per il numero degli uffici hanno comportato 21 perquisizioni e oltre 30 interrogatori”. L’ultima, dello scorso 8 febbraio, ricordano i dipendenti, “aveva le sembianze di un assedio militare: nelle immagini degli arresti di boss conclamati come Riina, Iovine e Zagaria, lo schieramento di forze era meno evidente”. “Vogliamo dire a tutti – viene sottolineato nella nota – che non ci riconosciamo affatto nell’ambiente di lavoro che viene descritto nelle note della Procura e della stampa”. “Noi siamo persone normali e perbene…vi sembrerà strano, ma noi la sera torniamo a casa a testa alta. Continuiamo a vivere così, anche se con fatica, dopo tutto il fango che ci viene gettato addosso. Fango che è già di per sé una sentenza”. “L’onda mediatica generata dalle indagini ci trasforma in complici di un’azienda che sentiamo anche nostra e che invece sarebbe una fucina di reati della peggiore specie”. “Noi non siamo così né questo – concludono i dipendenti del Gruppo Romeo – per quanto si faccia per indurre la pubblica opinione a credere il contrario. Per questo esprimiamo piena e incondizionata solidarietà all’amministratore delegato. Siamo parte orgogliosa di questa famiglia e, se volete, di questa ‘associazione a delinquere'”.


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