Napoli, spari da “Poppella” alla Sanità, l’attacco di Saviano: “Lo Stato protegge le paranze”

Definisce “inutile” un appello allo Stato. E Roberto Saviano, in un post su Facebook dedicato a quanto accaduto stamattina al rione Sanità di Napoli – dove si è sparato davanti ai bimbi e contro la nota pasticceria ‘Poppella – va anche oltre. “É evidente che lo Stato (fanno eccezione quei magistrati e le forze dell’ordine che lavorano con scarsi mezzi e che sono unica ancora di salvezza in un mare di indifferenza) non ha alcuna volontà di aiutare il rione Sanità, è evidente che lo Stato nella sua inerzia è connivente”, scrive. E aggiunge: “E’ evidente che lo Stato, nella sua inerzia, è il protettore occulto non certo dei cittadini, ma delle paranze che sparano, spaventano e uccidono”

“Ho letto il lungo post del presidente della Municipalità Ivo Poggiani, che in un passaggio – scrive – denuncia una cosa gravissima: “Purtroppo sembrerebbe che oggi stia succedendo quello che tutti temevano. Quelle storiche famiglie di camorra hanno ripreso il controllo del territorio ed in maniera violenta stanno di nuovo soffocando le economie del quartiere. Non so se stamattina quello che è successo sia esattamente questo, ossia intimidazioni per il racket. Mi pare però che quelle modalità di quel cancro radicato nel Rione Fontanelle che ha agito per anni in questa direzione stia tornando”. “E’evidente come la retorica della Napoli liberata non ha liberato Napolidalle stese e da un racket opprimente e Poggiani dice una cosa gravissima, credo non priva di fondamento dato che stamane, dopo la stesa, era proprio alla Sanità con Ciro Poppella. Poggiani dice che appena a Napoli un quartiere ricomincia a respirare e ci sono attività commerciali che decollano, arriva il racket della camorra a bloccare tutto. Arriva il racket perché lo Stato non c’è – spiega Saviano – Assente, non pervenuto”. “Adesso devo trovare una conclusione per questo mio lungo post. La prima ipotesi sarebbe l’ennesimo inutile appello allo Stato perché finalmente renda operative le telecamere di videosorveglianza promesse dopo la morte di Gennaro Casarano a settembre 2015 e mai rese funzionanti. Stiamo quindi parlando dell’ennesima farsa, dell’ennesima beffa ai danni dei cittadini e se facessi un appello allo Stato sarebbe fiato sprecato – conclude – Sì, sprecato perché è evidente che lo Stato non ha alcuna volontà di aiutare il rione sanità, è evidente che lo Stato nella sua inerzia è connivente”.


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