Napoli, tentò di uccidere il figlio del boss: “solo” sei anni di carcere

Solo sei anni di carcere per il baby pistolero che voleva ammazzare Giuseppe Giannelli, il figlio del presunto boss di Bagnoli, Alessandro Giannelli. Agostino Velluso, la notte del 2 maggio scorso in via Cavalleggeri d’Aosta fece fuoco tre volte contro il rampollo del boss che all’epoca per pochi mesi era ancora un minore. Grazie allo sconto di pena previsto per il giudizio abbreviato al quale ha scelto di sottoporsi e, caduta anche l’aggravante del metodo mafioso con-testagli dalla Procura, il 18enne difeso dagli avvocati Leopoldo Perone e Antonio Rizzo è riuscito a cavarsela con soli sei anni di reclusione. Era stata invece di 14 anni la richiesta avanzata dal pubblico ministero che aveva sostenuto l’accusa.
Giuseppe Giannelli, finì nel mirino dei sicari mentre si trovava in via Divisione Siena, a pochi metri di distanza dal bar di proprietà del nonno paterno che era stato oggetto di un  raid incendiario pochi mesi prima. Il movente del delitto, nonostante i contorni incerti dell’episodio, fu subito inquadrato nel clima di violenza esploso nel quartiere flegreo. Un’inarrestabile escalation di stese, bombe molotov e pestaggi, nel quale andò a inserirsi un’ulteriore tensione tra i Barra-Monti, genitori di Agostino Velluso, e i Giannelli. Velluso è inoltre il fratello di Raffaele Velluso, giovane finito in carcere con l’accusa di concorso in omicidio ai danni di una prostituta nigeriana uccisa nel 2015 in via Terracina. Per quell’omicidio a novembre scorso Raffaele Velluso è stato condannato a 15 anni e 4 mesi di carcere.Agostino Velluso fu arrestato il 3 agosto scorso. A inchiodarlo fu proprio la vittima. Giannelli jr dopo un primo interrogatorio al’insegna della reticenza, decise di raccontare tutto, rivelando agli investigatori l’identità del giovane che l’aveva ferito al braccio.

Giannelli junior subito dopo l’agguato postò sulla sua pagina facebook uan foto che lo ritraeva con la ferita al braccio nel letto dell’ospedale insieme con un cugino e con il dito medio indirizzato a chi gli aveva sparato. Il selfie era accompagnato da questo commento: “Vrangat e nfam mavit scippat tutt o kasin ma noi cammineremo sempre a testa alta mentre voi la testa alta l’avete solamente quando camminate con gli infami.come voi”.

 

(da sinistra nella foto Agostino Velluso e Giuseppe Giannelli)


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