Pizzo per aiutare i carcerati: restano in carcere i baby boss di Torre Annunziata

Restano in carcere i nuovi baby boss di Torre Annunziata. Il riesame ha respinto le richieste di scarcerazione per  Pietro Izzo, Salvatore Buonocore e Salvatore Bevilacqua arrestati nel blitz del 18 gennaio insieme ad altre quattro persone.
I tre, furono arrestati dai cara­binieri del nucleo investigativo perché imponevano il paga­mento, il regalo per i carcerati. Diverse le estorsioni do­ cumentate, compiute per mezzo di emissari che minacciavano imprenditori e commercianti di Torre Annunziata, costretti ad elargire somme di denaro per il sostentamento degli affiliati detenuti e loro familiari, per il pagamento delle relative spese legali e processuali, o costretti a fornire servizi e prestazioni gratuite, con frasi del tipo “se vuoi lavorare tranquillo pre­ para la busta”, oppure “qua ci vuole il regalo di Pasqua”, a cui seguiva la raccomandazione di ricordarsi di avere a che fare con “quelli dell’Annunziata”, oppure “mi manda il palazzo”, per essere immediatamente riconosciuti dalla vittima quali appartenenti al clan Gionta, che proprio in quel quartiere aveva la sua roccaforte, il palazzo Fienga. L’indagine era partita nel febbraio 2015 a seguito del tentato omi­cidio di Leo Giuseppe che si era ribellato alla richiesta di pizzo.

 

(nella foto PIetro Izzo al momento dell’arresto)

 


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