Pompei, scandalo cimitero: il Comune parte civile al processo contro l’ex sindaco

Pompei. Mazzette e favori al cimitero: il Comune chiederà i danni a processo. Al termine della maxi-inchiesta “Terra Santa” il Comune di Pompei si costituirà infatti parte civile nel giudizio in corso a carico dell’ex sindaco, Claudio D’Alessio, e di altre 31 persone. Due imputati, oggi, durante l’udienza celebratasi dinanzi al gup del tribunale di Torre Annunziata, Maria Concetta Crisculo, hanno scelto di difendersi con rito abbreviato, puntando tutto sul probabile sconto della pena. Si tratta di Rosa Malafronte e dell’ex assessore Ciro Serrapica.

Una brutta storia di cadaveri riesumati prima del tempo per fare posto ai morti più “freschi” quella ricostruita dal commissariato di polizia di Pompei nell’inchiesta “Terra Santa”. Coinvolti, oltre all’ex sindaco (che ha scelto la strada del rito ordinario), anche altri nomi noti della politica della città mariana, come il consigliere comunale Attilio Malafronte, finito anche nella lista degli “impresentabili” alle scorse regionali. E ancora: Francesco Mirante, amministratore Mir.Ca. che, all’epoca dei fatti, gestiva il cimitero. Visidore Salsano, ex uomo di fiducia di Claudio D’Alessio, Carmine Casciano e Pasquale Cesarano, rispettivamente direttore del cimitero e dipendente comunale nel periodo finito sotto osservazione, il biennio 2012-2013.

Questi ultimi due hanno già patteggiato rispetto a circa venti singoli episodi di corruzione: Casciano tre anni e mezzo, Cesarano quattro anni e due mesi. Gli altri imputati sono i singoli cittadini che avrebbero pagato fino a tremila euro per trovare un posto al proprio caro estinto.

 Monica Barba


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