Rione Traiano, ecco come i pusher truffavano i boss per vendicarsi della paga da “fame”. IL RACCONTO DEI PENTITI

Nel variegato mondo criminale di spacciatori del rione Traiano del clan Puccinelli-Petrone, c’è stato anche chi ha truffato più di una volta i boss perchè pagavano poco i pusher. Episodi raccontati dai pentiti e che fanno emergere tutto il malcontento della “base”. Come nel caso raccontato ai magistrati dal pentito Antonio Ricciardi:

“Con Enzo Pane portavamo la droga al rione Traiano. Anche in questo caso non percepivo nulla…Enzo Pane rispondeva del suo operato a Pasquale Pesce e a  Carlo Tommaselli
Carlo…Parlo della consegna di ovuli contenenti quantitativi variabili dai 100 ai 300 grammi di cocaina. In una settimana capitava che facessi dette consegne anche tutte le sere a via Tertulliano in favore di Francesco Pisa, di Gennaro Tranchese ed il fìglio Carlo gestori di piazze di vendita di droga, dove ho anche installato delle telecamere in cambio di euro 200,00… La droga che consegnavo mi era fornita da Ferdinando Russo e da Vincenzo Pane…Qualche volta Enzo Pane per conto di Pasquale Pesce mi chiedeva di ritirare la droga a Maranodi Napoli da una persona che si presentava come il nipote del boss Peppe Polverino … (omissis) …Queste attività attinenti alla droga le ho svolte per circa due anni e mezzo, tre anni fìno a quando i Mele hanno iniziato a minacciare i gestori delle piazze di spaccio.  Ricordo che nel mese di maggio, andai da Gennaro Tranchese e Francesco Pisa, gestori di piazze di spaccio a Rione Traiano, in quanto dovevo ritirare un chilo e mezzo di cocaina, suddivisa in 15 ovuli da 100 grammi con il compito di custodirla presso la mia abitazione….L ‘imbasciata la ebbi da Ferdinando Russo, il quale aveva parlato con i due. Cosi’ feci. Tuttavia, siccome ero preoccuputo che la droga potesse essere rinvenuta, ne parlai con il Russo, il quale architettò di simulare un furto …. (omissis) … Allora il Russo mi ordinò di presentare la denuncia ai carabinieri di Pianura i quali intervennero subito e recuperarono grammi 830,00 di cocaina. Non pero’ tutto il quantitativo consegnatomi da Tranchese e Pisa, in quanto il Russo aveva sottratto 7-8- ovuli. Il Tranchese e Pisa mi contattarono su un ‘utenza cellulare abbinata ad un telefonino Nokia, che mi avevano fornito, per chiedermi la restituzione di una prima parte della droga. Io non risposi e
Tranchese, Pisa e la moglie di quest’ultimo si recarono a casa di Russo Ferdinando e chiesero di me. Alla presenza del Russo Ferdinando, la figlia raccontò loro che i carabinieri avevano sequestrato la droga. A questo punto il Russo, il Tranchese e Nunzìa la moglie di Francesco Pisa vennero a casa mia per chiedere spiegazioni… Nunzia minacciò di morte mia moglie ed i miei figli. Mia moglie raccontò che ero cappato in quanto inseguito dalla polizia. Avevo raccontato questo a mia moglie perchè era la versione concordata con il Russo. Su consiglio di Russo trattenni un ovulo di cocaina che ebbi a restituire a Francesco Pisa quando fui “prelevato ” da Nunzia e condotto al Rione Traino per fornire chiarimenti. In quell ‘occasione mostrai anche il verbale dì sequestro dei carabinieri, nella copia rilascìatami. Così la cosa finì li.Il giorno successivo Ferdinando Russo, giunto a casa mia, ebbe a consegnarmi un ovulo da gr. 100 di cocaina. sottratto dalla partita di droga di cui ho detto, e mi disse di consegnarlo al nipote Antonio Russo. il quale lavorava in
affidamento in prova presso una pasticceria sita in via Tribunali…”.

Ma c’è stato anche chi come Pasqualina Molino, una delle 88 persone arrestate nel maxi blitz, faceva la “cresta” sulle consegne di droga e per questo cacciata dalla piazza di spaccio. In questo caso eè stato il pentito Emilio Quindici ha raccontare agli investigatori il singolare comportamento della pusher: “…è una agazza che si presta a fare da appoggio in casa e a consegnare la cocaina alla piazza di spaccio gestita da una persona sopranominata o’ figlio r ‘a Pisa… La ragazza riceve uno squillo di telefonino e fa la consegna della “pallina” al figlio r ‘a Pisa… Però sottraeva la cocaina dalle pallinene e la sostituiva con magnese, per cui è stata cacciata…”.

 

(nella foto il pentito Emilio Quindici e la pusher Pasqualina Molino)


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