“Si sapeva che faceva queste cose dei bambini. L’ho denunciata perché ha giocato con i miei sentimenti. C’era un’associazione che mi fece il nome della Giordano. Io pensavo che fossero ragazze madri. Lei chiese prima diecimila, poi seimila euro. Faceva anche le ricevute”. E’ la testimonianza choc di Raffaele Piscitelli, uno delle vittime della cosidetta “ladra di bambini”,Luigia Giordano, la 61enne di Corbara accusata nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Nocera insieme con altri soggetti di nazionalità slava e rumena per tentata alterazione di stato, alienazione e acquisto di persone. In pratica la Giordano già coinvolta in altre inchieste e condannata sia dalla Procura di Nocera sia da quella di Procura di Torre Annunziata sulla compravendita di neonati da famiglia in difficoltà di italianie dei paesi dell’Est. Anche un altro teste ha raccontato ieri in aula al processo il raggiro subito. Giuseppe Gallo originario della Toscana, ha riferito anche lui dell’iter seguito per avere una bambina con l’intermediazione della Giordano. “C’erano i soldi, i documenti, tutto. Lo sapevano tutti che si occupava di questo. Feci io stesso le registrazioni con il telefono”. Entrambi i testi hanno già patteggiato le rispettive pene davanti al gup con lo stralcio, per aver partecipato alla redazione di falsi atti di nascita. Giordano fu arrestata nel 2008. Con lei alla sbarra ci sono gli jugoslavi Djani Jovanovic, 32 anni, e Susana Radosalevic, 28, e i romeni Rodica Mustafà , 33 anni, Santa Costantin, 46, Petrik Constantin, 46, Cristiano Costantin, 38, tutti inizialmente accusati di soppressione di stato, alterazione di stato civile, alienazione e acquisto di persone. I certificati d’identità , da subito apparsi falsi, con timbri e intestazioni dell’ospedale di Nocera Inferiore, furono gli elementi fondanti per l’indagine, culminata nel blitz e l’arresto di sette persone e il ritrovamento della neonata. Giordano, dopo il paventato fallimento della trattativa con i due acquirenti, dietro le loro richieste accettò di recarsi al campo rom di Secondigliano, dove ebbe la bambina. La vicenda fu scoperta quando i due uomini, cognati, riferirono di aver corrisposto ben 16mila euro alla Giordano. La prossima udienza, con la discussione e la requisitoria, è stata fissata al prossimo 15 maggio.