Strage del bus ad Avellino, il progettista di Autostrade: “Le barriere erano a norma”

Avellino. Le barriere erano a norma e la loro sostituzione era recente, per questo motivo il progettista decise di non sostituirle nel corso dell’intervento di manutenzione sul tratto dell’Autostrada A16 Napoli-Canosa tra i chilometri 25 e 50, comprendendo anche il viadotto Acqualonga dove l’anno successivo all’intervento, il 28 luglio 2013 un pullman precipito’ nella scarpata di Monteforte provocando 40 vittime. E’ quanto ha riferito in aula durante il processo per la strage del bus Paolo Anfosso, progettista di Autostrade per l’Italia chiamato a testimoniare dai giudici di Avellino. Nel 2012 fu stabilito di intervenire su quei 25 chilometri di autostrada, ma l’intervento programmato non prevedeva il rifacimento totale dell’opera, bensì la revisione di barriere e asfalto usurati, danneggiati o non piu’ a norma. Le barriere del viadotto erano state sostituite nel 2009 ed erano conformi alla normativa. In base a una verifica documentale, come ha spiegato il progettista che aveva la responsabilità di decidere in merito alla sostituzione, furono mantenute. Nell’udienza di oggi i giudici hanno ascoltato anche Placido Migliorino, attualmente dirigente presso il ministero delle Infrastrutture e all’epoca sia della progettazione sia dell’incidente, si occupava per conto di Anas dei controlli sulla manutenzione dei tratti autostradali in affidamento. E Migliorini ha confermato che la sostituzione delle barriere del viadotto non era necessaria, perchè queste rispettavano i parametri di sicurezza previsti dalla legge. Per comprendere anche la catena di comando all’interno di Autostrade per l’Italia, i giudici hanno ascoltato anche Andrea Gagliardi, che all’epoca dell’incidente si occupava in Aspi di appalti e gare. Amministratore delegato e consiglio di amministrazione di Autostrade non hanno competenze tecniche nella valutazione dei progetti e i tronchi di Aspi hanno pena autonomia nella manutenzione ordinaria e straordinaria e nella gestione della somma urgenza. Secondo quanto riferito da Gagliardi, la direzione centrale di Roma può intervenire solo se sono necessarie integrazioni tecniche o per opere nuove. Il processo a carico di 15 persone tra le quali funzionari e dirigenti assieme all’amministratore delegato Giovanni Castellucci di Aspi, il titolare della “Mondo Travel” Gennaro Lametta, che noleggiò il bus, e due funzionari della Motorizzazione civile di Napoli, è ormai entrato nella discussione tecnica dell’incidente. Finora è stato analizzato dai periti lo stato del bus, che non rispondeva ai requisiti minimi per superare una revisione e per poter circolare; nelle prossime udienze si discuterà ancora delle barriere che precipitarono assieme al bus. Passaggio fondamentale per stabilire le responsabilità nella morte di 40 persone di una comitiva di pellegrini che partiti da Pozzuoli avevano trascorso tre giorni tra Telese Terme e Pietrelcina.


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