Terra dei Fuochi, quando la morte colpisce i bambini: la drammatica storia di Marzia, mamma colpita dalla perdita de figlio

Otto bambini tra i 7 mesi e gli 11 anni di età morti per tumore negli ultimi venti giorni nei comuni della Terra dei Fuochi, nel Napoletano. La drammatica denuncia arriva dalle mamme aderenti al comitato ‘Vittime della Terra dei Fuochi’, che oggi hanno protestato davanti alla Prefettura di Napoli dove era in corso una riunione su Bagnoli con il ministro per il Mezzogiorno de Vincenti. “Questi bambini – hanno affermato le madri del Comitato – non riposeranno mai in pace. Per loro non c’è giustizia”.

“Da novembre c’e’ una nuova emergenza mortalita’ di bambini. I dati sono simili agli anni 2012-2013: tra i Comuni a Nord di Napoli e a Sud di Caserta, abbiamo perso tanti bambini, forse sono piu’ di 8, e tanti ragazzi e ragazze che hanno meno di 40 anni, almeno 4”. E’ il grido di dolore di Marzia Caccioppoli, dell’associazione Noi Genitori di Tutti, una mamma della Terra dei Fuochi che ha perso nel 2012 suo figlio Antonio. “In quegli anni abitavo a Casalnuovo di Napoli – racconta la donna all’agenzia Dire -, poi sono scappata via. Non per paura, per i ricordi. Ora mi batto perche’ venga istituita una terapia domiciliare, i bambini devono avere il diritto di potersi curare nelle proprie case, vicino alla loro famiglia”. Da quegli anni “poche cose sono cambiate. Nella Terra dei Fuochi- dice- i roghi tossici continuano, 365 giorni all’anno, 24 ore al giorno. Nei Comuni a Nord di Napoli si muore di puzza e devi pregare il signore che quella puzza non ti faccia anche ammalare”. Marzia Caccioppoli lancia un appello alle istituzioni “perche’ ci siano piu’ vicine e ci supportino. Dobbiamo tenere sotto controllo lo stato di salute dei nostri bambini, studiando insieme terapie chelanti e facendo esami del sangue. Dobbiamo impedire che si continuino ad ammalare e invece tentativi di monitoraggio ci sono solo dal basso. Il dato e’ che in Campania muoiono un sacco di bambini. C’e’ ancora qualcuno- si chiede – che cerca un nesso di causalita’ con la Terra dei Fuochi? Si continua a perdere tempo e si perdono anche tante vite”. Alla mamma non convince anche il piano per la rimozione delle ecoballe messo a punto dalla Regione Campania con il sostegno economico del governo. “Onestamente- dice – non so il governatore De Luca cosa stia facendo con questi fondi: solo un movimento di ecoballe, come lo chiama lui. Quello che chiedevamo in via eccezionale era un vero monitoraggio sui nostri bambini. Purtroppo le istituzioni ci hanno illuso senza studiare con i comitati qualcosa di risolutivo, mettendo a disposizione fondi straordinari per aiutare i bambini malati e le famiglie a fare dei test tossicologici”. A Napoli, l’ultima bambina deceduta a causa di un tumore “e’ Sara, 12 anni, di Chiaiano. Abbiamo cercato di nasconderle quanto stava accadendo- racconta Marzia – perfino durante la terapia palliativa. Sara ci ha lasciati il 23 dicembre”.

Una denuncia che sembra confermare i dati già resi noti dall’Istituto superiore di sanità (Iss) nel 2016, in un documento in cui si evidenziava un “eccesso” di tumori tra i bambini nella Terra dei Fuochi già all’età di un anno. Il dato è contenuto nell’ultimo aggiornamento del progetto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento), risalente al 2016, per i 55 Comuni della Terra dei Fuochi, redatto dall’Iss. Il Rapporto riguarda 32 Comuni della Provincia di Napoli e 23 della Provincia di Caserta e conferma come in queste zone – tristemente note per lo smaltimento illegale dei rifiuti – si muore di più, si registrano più ricoveri e ci si ammala molto di più di tumore. E l’allarme riguarda in primo luogo proprio i bambini: già nel primo anno di vita vengono colpiti da vari tipi di cancro molto più frequentemente rispetto alla media. Le patologie oggetto dello studio sono state indagate utilizzando tre indicatori: la mortalità, i ricoveri ospedalieri (disponibili per tutti i 55 Comuni in esame) e l’incidenza dei tumori (disponibile per 17 Comuni della Provincia di Napoli, quelli serviti dal Registro Tumori). La mortalità generale ”è in eccesso – si legge nel Rapporto – rispetto alla media regionale, in entrambi i gruppi di Comuni, sia tra gli uomini che tra le donne”. Varie le neoplasie per le quali si registra un maggiore rischio in queste aree: tumore maligno dello stomaco, del fegato, del polmone, della vescica, del pancreas, del rene e della mammella. Ma l’allarme riguarda innanzitutto i più piccoli: ”Eccesso di bambini ricoverati nel primo anno di vita per tutti i tumori ed eccessi di tumori del Sistema nervoso centrale nel primo anno di vita e nella fascia di età 0-14 anni – afferma l’Iss parlando di ‘quadro critico’ – sono stati osservati in entrambe le province” di Napoli e Caserta. Ed ancora: l’Iss rileva pure “un’elevata prevalenza alla nascita di malformazioni congenite in aree caratterizzate anche dalla presenza di siti di smaltimento illegale di rifiuti pericolosi”. Un altro aspetto rilevante in relazione alla salute infantile, rileva l’Istituto, è però anche la deprivazione socioeconomica, con i bambini che vivono in zone povere che risultano i più vulnerabili. Una situazione critica che impone di correre ai ripari. I risultati del piano di sorveglianza epidemiologica hanno infatti evidenziato un “carico di patologie, nell’area in esame, per il quale le esposizioni a emissioni e rilasci dei siti di smaltimento e combustione illegale dei rifiuti possono avere svolto un ruolo causale o concausale”. Da qui la necessità, rilevava l’Iss, di un'”implementazione del risanamento ambientale e l’immediata cessazione delle pratiche illegali di smaltimento e combustione dei rifiuti con il ripristino della legalità del ciclo dei rifiuti”.

 


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