Torre Annunziata. “Chi mi ha cecato…a saperlo non lo facevo venire a questo”. Anche grazie all’anziana custode della scuola, che dopo il suo coinvolgimento in merito, così come si evince dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, ha paura delle possibili ripercussioni giudiziarie sul suo conto, il gruppo che faceva capo al 27enne Gaetano Maresca, alias ‘o saccaro, era in grado di nascondere oltre all’hashish persino una bomba telecomandata all’interno della palestra dismessa dell’Istituto Cesaro di via Volta. L’anziana custode, finita sotto inchiesta insieme ad altre 13 persone (8, oggi, quelle spedite in carcere, al termine del blitz messo a segno dai carabinieri oplontini, diretti dal comandante Andrea Rapone) è Teresa Guida, 71 anni, di Torre Annunziata. A lei, madre di Lucia Ammendola, a sua volta convivente con lo stabiese Salvatore Esposito (co-indagati ma con l’accusa di detenzione in concorso di sostanze stupefacenti), il Gip del Tribunale oplontino ha imposto il temporaneo divieto di dimora nelle province di Napoli e Salerno. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, infatti, il ruolo rivestito dall’anziana custode sarebbe stato tutt’altro che marginale. L’accesso alla palestra dismessa e mai realizzata, in pratica uno scheletro di ferro in via Volta, dove il 25 novembre 2015 fu rinvenuto, sequestrato, poi fatto brillare dagli artificeri, un ordigno esplosivo C4 al plastico, con tanto di innesco e del peso di 1,5 chili, poteva infatti avvenire solo attraverso un cancello carrabile automatico. Un secondo varco, pur presente, era inaccessibile con i motorini. A controllare da sola quell’unico cancello – secondo gli esiti della complessa attività d’inchiesta che ha smascherato il covo – era proprio Teresa Guida, l’anziana custode di via Volta. All’interno dell’abitazione privata della 71enne, inoltre, erano custoditi i telecomandi per l’apertura del cancello. Il varco carrabile, infine, era “vigilato” da una microcamera collegata alla casa di Teresa Guida.
Monica Barba