Torre Annunziata: vanno subito ai domiciliari i tre dei “Tittoni” arrestati con droga e munizioni

Torre Annunziata. Spacciavano per i “tittoni”, famiglia storicamente legata al clan Gallo-Cavalieri, ma ora vicina al ras Gaetano Maresca, alias ‘o saccaro, il presunto capo del “terzo sistema”. Con l’accusa di gestire la nuova piazza di spaccio, nella tarda serata di ieri, sono finiti in manette due zii ed il loro nipote: Angelo Nasto, di 24 anni, nipote dei coniugi Alfonso Bruno, 50 anni ed Elisabetta Monaco, 49 anni, tutti già noti alle forze dell’ordine e residenti a Torre Annunziata. I carabinieri della stazione oplontina, guidati dal luogotenente Egidio Valcaccia e dal comandante Andrea Rapone, li hanno arrestati durante una perquisizione domiciliare sul corso Vittorio Emanuele III, periferia sud di Torre Annunziata. I militari dell’Arma, al termine del blitz, hanno rinvenuto e sequestrato 50 grammi di marijuana in confezioni, 21 grammi di cocaina in 2 involucri ed altri 7 grammi in dosi. E poi: 31 grammi di crack in 2 involucri ed altri 8,5 in dosi, 2 bilancini di precisione, materiale vario per il confezionamento. Alla vista delle forze dell’ordine, i presunti pusher hanno tentato di disfarsi della droga, gettandola dal terrazzo. Il tentativo non è servito ad evitare che, per tutti, scattassero le manette. Nel corso del blitz, all’interno di un locale in disuso al primo piano dello stesso stabile, sono state sequestrate ma a carico di ignoti 30 cartucce calibro 9, 19 calibro 19 special, un caricatore per pistola semiautomatica, contenente altre 8 cartucce calibro 9, ed un passamontagna. Potrebbero essere le armi utilizzate per sparare all’impazzata in città, durante i mesi di dicembre e di gennaio scorsi. Il nascondiglio della droga per la nuova piazza del “terzo sistema”, dunque, era un terrazzo, all’ultimo piano di uno stabile in Corso Vittorio Emanuele III. Palazzo, che fa ad angolo con via Magnolia, nel cuore del rione Carceri, il Quadrilatero tenuto ancora sotto scacco dal clan Gionta, ma al cui interno proprio l’ultimo ras, Gaetano Maresca, secondo gli inquirenti, abitualmente parcheggiava la sua moto. Anche per questo motivo, i carabinieri, da tempo, sorvegliavano quel palazzo in zona sud, già oggetto di un raid intimidatorio, nei mesi scorsi, quando diversi colpi di arma da fuoco furono esplosi in piena notte contro il portone dello stesso stabile. Sembrerebbe tutto collegato: una sorta di avvertimento al ras, che lì parcheggiava la sua moto. Dopo gli arresti, i pusher dei “tittoni” sono stati giudicati per direttissima in tribunale. Il giudice monocratico del Tribunale di Torre Annunziata ha inflitto a Nasto, il nipote – difeso dall’avvocato Ciro Ottobre e che rispondeva solo di detenzione ai fini di spaccio di marijuana – la misura dell’obbligo di dimora. I coniugi Alfonso Bruno ed Elisabetta Monaco, assistiti dal legale Luciano Bonzani e che invece rispondevano di crack e cocaina, sono finiti ai domiciliari. Per tutti, il pm aveva richiesto la custodia in carcere. Il processo continuerà con rito abbreviato a marzo.

 Monica Barba


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