Uccisi e dati alle fiamme, vittime innocenti, boss e gregari: ecco i 50 omicidi della Faida di Scampia

Tra le vittime di camorra della sanguinosa prima faida di Scampia finite nel mirino dei nemici soltanto perché imparentate con i ras c’è anche Pasquale De Gennaro, scomparso dalla circolazione nel mese di ottobre del 2004, i cui resti sono stati trovati due anni dopo. La notizia, inedita giornalisticamente, è contenuta nelle 89 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Federica Colucci a carico dei presunti autori dell’omicidio del disabile innocente Antonio Landieri.
Pasquale De Gennaro era imparentato con i Di Lauro e fu rapito, torturato e ucciso prima di essere gettato in un pozzo nelle campagne tra Licola e Varcaturo, una zona che in quel periodo era sotto il totale controllo degli “scissionisti” capeggiati dai boss Raffaele amato “a’ vecchierella” e Cesare Pagano detto “Cesarino”. Al punto che il loro quartier generale era in una villa-bunker in cui l’anno successivo i carabinieri trovarono e sequestrato un arsenale pronto a colpire.
Ecco cosa scrive il Gip nel passaggio dedicato alla morte di De Gennaro. “In quei giorni veniva denunziata la scomparsa di Pasquale De Gennaro, imparentato con i Di Lauro; questi veniva sequestrato e fatto sparire, il suo corpo getta-o in un pozzo nella zona tra Varcaturo e Licola dove si erano a quartierati i gruppi di fuoco della “scissione”. Nel 2006 i suoi resti venivano scoperti e recuperati”. Della lupara bianca ha parlato Biagio Esposito detto “Biagino”, anch’egli colpito ngli affetti dalla guerra di camorra. Il patrigno, Salvatore De Magistris, incensurato ed estraneo completamente alla malavita organizzata, il mese prima della scomparsa di De Gennaro fu investito da un’automobile e morì dopo una lenta agonia in ospedale. “La vittima fu rapina a Casavatore e portata in una villa tra Licola e Varcaturo, quartier generale degli scissionisti. Ad attenderlo c’erano Cesare Pagano, i suoi nipoti Carmine Pagano detto “Angioletto” e Carmine Amato “’a vecchierella”. Lui fu interrogato e poi Lucio Carriola prese un lenzuolo e glielo legò alla gola. Poi lo appesero fuori la finestra, impiccandolo”.

Il Gip ripercorre storicamente quanto accaduto nella faida elencando il lungo rosario di croci lasciate dai clan in guerra. Alla data del 6 novembre 2004, data dell’assalto ai Sette Palazzi,  la faida era ai suoi prodromi, anche già si erano registrati alcuni omicidi. Sono esattamente 50 gli omicidi (tra cui 4 vittime innocenti) elencati dal gip nella ricostruzione storica-cronologica della faida oltre a una decina di ferimenti.

TUTTI I 50 OMICIDI DELLA FAIDA

  • a MUGNANO il 22.1.2004 si consuma il duplice omicidio DURO Raffaele e PANICO Salvatore;
  • a MELITO il 3.2.2004 il tentato omicidio di BIZZARRO Federico e del nipote MASCIA Luca;
  • il 26.4.2004 si consuma l’omicidio di BIZZARRO Federico;
  • il 2.9.2004 sempre in Napoli, alla via Monterosa, viene ucciso NOCERA Mariano, soggetto legato ad ABBINANTE Francesco;
  • il 4.9.2004 viene ucciso ALTERIO Gaetano;
  • il 21.9.2004 vi è il ferimento di CHIARELLO Salvatore detto o’ boxer persona vicina al BIZZARRO e fedele a questi;
  • il 28.9.2004 vi è l’omicidio di SIVIERO Antonio, cognato del BIZZARRO Federico, suo autista ed uomo di fiducia, affiliato al clan;
  • il 29.9.2004 viene ucciso ALIBERTI Luigi affiliato al clan DI LAURO gestore di un’importante piazza di spaccio nella VELA GIALLA.

A questo punto si inserisce cronologicamente l’omicidio di MONTANINO e SALIERNO, che segna, come detto, il vero e proprio inizio della cosiddetta faida di Scampia.

A tale omicidio ne seguono molti altri (omicidi di faida):

  • il 30. 10.2004, ancora in p.zza Zanardelli, veniva gravemente ferito DE MAGISTRIS Salvatore, patrigno di ESPOSITO Biagio (divenuto poi collaboratore di giustizia), da poco transitato nelle fila scissioniste; la vittima, a seguito delle percosse subite, moriva qualche giorno dopo l’agguato;
    • il 31.10.2004, ancora in via Limitone di Arzano, le cosiddette CASE CELESTI, viene ferito gravemente BUONO Vittorio; in quei giorni veniva denunziata la scomparsa di DE GENNARO Pasquale, imparentato con DI LAURO Cosimo, questi veniva sequestrato e fatto sparire, il suo corpo gettato in un pozzo nella zona tra Varcaturo e Licola dove si erano acquartierati i gruppi di fuoco della SCISSIONE; nel 2006 i suoi resti venivano scoperti e recuperati;
    • il 2.11.2004 omicidio Di GALDIERO Massimo a Mugnano, suo fratello aveva controlli delle forze dell’ordine con AMATO Raffele esponente di spicco della scissione interna al clan DI LAURO;
    • il 4.11.2004 vi è il tentato omicidio di MANGANIELLO Marco, nipote di MARINO Gennaro, esponente di spicco degli SCISSIONISTI oltre che mandante ed autore materiale della morte di MONTANINO Fulvio;

Da questo momento in poi gli omicidi che verranno commessi dalle opposte fazioni hanno soprattutto natura di vendette trasversali nel senso che, non potendosi colpire gli affiliati di spicco, che intanto si tenevano nascosti, si colpiscono i gregari od anche vittime innocenti legate da un qualunque vincolo a soggetti affiliati ai due schieramenti in guerra.

Ed infatti:

  • il 6.11.2004 vi è l’omicidio di LANDIERI Antonio, con il ferimento di altre cinque persone, e una sola vittima, nella zona dei cosiddetti Sette Palazzi a Scampia, un giovane portatore di handicap ucciso soltanto perché si trovava per caso sul luogo dell’agguato e non era riuscito a scappare a causa del suo handicap; il vero obiettivo erano i fratelli MEOLA, in particolare MEOLA Vittorio, soggetto di spicco del clan DI LAURO, poi passato con gli scissionisti;
  • Il 9.11.2004 avviene il triplice omicidio di MAISTO Stefano, MAISTO Mario e MAURIELLO Stefano avvenuto a Mugnano, ad essere colpito è il clan DI LAURO;
  • il 20.11.2004 veniva ucciso MIGLIACCIO Biagio a Mugnano, vittima sol perché cugino di MIGLIACCIO Giacomo a’ femminella, uno dei capi scissionisti, per tale vicenda veniva condannato Ugo DE LUCIA con sentenza divenuta irrevocabile;
  • la sera del 20. 11.2004 veniva ucciso EMOLO Gennaro, padre di EMOLO Ferdinando esponente di spicco e killer del clan DI LAURO, quale ritorsione nei confronti dell’ EMOLO Ferdinando per la sua partecipazione all’agguato di MIGLIACCIO Biagio;
  • il 21. 11.2004 si consuma il duplice omicidio di RICCIO Domenico e GAGLIARDI Salvatore in un bar-tabacchi di Melito, il RICCIO era stato indagato quale prestanome per attività riferibili ad ABBINANTE Raffaele esponente di spicco del gruppo scissionista;
  • sempre quel 21. 11.2004 alle ore 11.00 veniva ucciso TORTORA Francesco il cadavere fu rinvenuto a Secondigliano, bruciato, la vittima aveva rapporti di parentela con ESPOSITO Luigi affiliato ai DI LAURO;
  • nella notte tra il 21 ed il 22.11.2004 si consumava l’ omicidio di GELSOMINA VERDE anche per tale fatto è stato condannato con sentenza irrevocabile DE LUCIA Ugo, killer dei DI LAURO; si noti che movente dell’uccisione di GELSOMINA VERDE è la sua relazione con NOTTURNO GENNARO, detto saracino;
  • il 24.11.2004 viene ucciso ABBINANTE Salvatore, figlio di Francesco, cugino di ABBINANTE Raffaele;
  • il 25. 11.2004 veniva ucciso ESPOSITO Antonio alla via Monterosa, proprietario di un negozio di fornaio, questi era legato all’ ABBINANTE Raffaele;
  • il 27. 11.2004 si registra il tentato omicidio di FRATTINI Antonio, marito di MARINO Sara, sorella di MARINO Gennaro e Gaetano, esponenti di spicco e fautori della scissione;
  • il 28.11.2004 in via Ghisleri vi era l’omicidio di BENCIVENGA Giuseppe ed il ferimento di ROMANO Raffaele: essi gestivano una piazza di droga ed erano anche tossicodipendenti;
  • la sera del 28.11.04 vi era l’omicidio di DE FELICE Massimiliano, questi era fratello di Raffaele, latitante per un provvedimento cautelare per traffico droga, i DE FELICE sono imparentati sia con gli ABBINANTE che con i NOTTURNO; in particolare ABBINANTE Guido è sposato con DE FELICE Raffaella sorella del Massimiliano ucciso, quel 28.11.2004, per mano del gruppo PRESTIERI su ordine di DI LAURO Cosimo
  • il  5.12.2004 si consumava l’omicidio di MAZZARELLA Enrico presso il suo ristorante a Bacoli, questi era un soggetto legato ad un altro capo scissionista quale PARIANTE Rosario; per tale omicidio veniva condannato all’ergastolo, CORTESE Giovanni detto o’ cavallaro, esponente di spicco e persona di fiducia di Cosimo DI LAURO, interveniva assoluzione in appello, confermata dalla cassazione, ma va evidenziato come i più recenti collaboratori confermino il suo coinvolgimento.

Nonostante i fermi di 52 persone disposti dal pubblico ministero in data 7.12.2006 l’impressionante sequenza di omicidi continuava:

  • l’11.12.2004 l’omicidio di MARINO Massimo cugino di MARINO Gennaro, questi esponente di spicco degli scissionisti, quale risposta all’agguato avvenuto nella stessa giornata nei confronti di tale DE LUISE, spacciatore del clan DI LAURO; per tale omicidio, per cui era intervenuta sentenza definitiva a carico del povero DE LUISE Giovanni, fratello del precedente, si sono svolte ulteriori indagini a seguito della collaborazione con la giustizia di PUZELLA GENNARO e di LOMBARDI VINCENZO, in esito alle quali vi è stata condanna di PUZELLA e LOMBARDI quali componenti del gruppo di fuoco che uccise il MARINO e vi è processo in corso a carico di DI LAURO COSIMO quale mandante dello stesso episodio di sangue;
  • il 13.12.2004 vi è l’omicidio di PISCOPO Giovanni a Melito, affiliato al clan DI LAURO;
  • il 18.12.2004 l’omicidio di GALASSO Pasquale;
  • il 20.12.2004 l’omicidio di IORIO Vincenzo scissionista;
  • il 24.12.2004 l’omicidio di PEZZELLA Giuseppe a Casavatore;
  • il 27.12.2004 l’omicidio di LEONE Emanuele in Secondigliano, affiliato al clan DI LAURO;
  • il 30.12.2004 l’omicidio di SCAFURO Antonio ad ARZANO, vittima innocente con rapporti di parentela ad affiliati ai DI LAURO;
  • il 2.1.2005 viene ucciso MARINO Crescenzio, padre dei fratelli MARINO Gennaro e Gaetano;
  • il 2. 1.2005 l’omicidio di BARRA Salvatore, affiliato al clan DI LAURO;
  • il 4.1.2005 l’omicidio di URSINI Giovanni ;
  • il 15. 1.2005 l’omicidio di ATTRICE Carmela, altra donna, vittima innocente, uccisa perché non voleva allontanarsi dalla propria abitazione, atteso che il figlio BARONE Francesco veniva coinvolto nelle indagini che portarono ai citati fermi di dicembre quale persona vicina affiliata agli scissionisti; venivano condannati, con sentenza passata in giudicato, alla pena di anni venti di reclusione, STARACE, ZIMBETTI e MONACO, tre giovani killer assoldati dai DI LAURO;
  • il 21. 1.2005 vi era l’omicidio di RUGGIERO Giulio legato a PETROZZI Salvatore, avendone sposato la figlia, già si è detto del ruolo di primo piano della famiglia PETROZZI, nell’ambito del clan DI LAURO;
  • il  24.1.2005 l’omicidio di ROMANO Attilio a Secondigliano, giovane innocente, infatti vi è stato un chiaro errore di persona nella individuazione della vittima; avendolo scambiato, i killer dei DI LAURO, per LUISE SALVATORE, nipote del PARIANTE e gestore del negozio di telefonia ove avvenne l’omicidio e per il quale vi è stata condanna definitiva a carico del solo BUONO Mario, quale esecutore materiale;
  • il 29.1.2005 l’omicidio di DE GENNARO Vincenzo, scissionista;
  • il 31.1.2005 veniva ucciso il BEVILACQUA Vittorio a Scampia, padre di Massimiliano;
  • il 31.1.2005 a Casavatore vengono uccisi PATRIZIO Antonio, PIZZONE Giuseppe, ORABONA Giovanni, affiliati al clan DI LAURO;
  • il 6.2.2005 avviene l’omicidio di ROMANO Angelo a Giugliano;
  • il 31.3.2005 vi è l’omicidio di CHIAROLANZA Davide a Melito;

Contemporaneamente, gli inquirenti acclaravano che anche all’interno del clan degli scissionisti cominciava a formalizzarsi una frattura che condurrà poi al predominio di AMATO Raffaele e di PAGANO Cesare ed alla costituzione del loro clan che gestirà, da allora, tutti i territori sottratti ai DI LAURO.

In questa prospettiva vanno letti i seguenti fatti di sangue:

  • il 24.2.2004 si consuma a Qualiano l’omicidio di DELL’OIOIO Salvatore;
  • il 9.5.2005 si consuma l’omicidio di BARRETTA Luigi, killer del cartello scissionista ed eliminato a seguito di epurazione interna, come confermato anche dai recenti collaboratori;
  • il 6.3.2006 si consuma nella sala Bingo a Mugnano l’ omicidio di AMORUSO Carmine affiliato storico al clan DI LAURO, capo del territorio di Mugnano, passato con la SCISSIONE, omicidio deciso da PAGANO Cesare.

Come si nota, un’impressionante sequenza di fatti di sangue, che verranno pian piano disvelati dall’emergere di nuovi collaboratori di giustizia provenienti da tutte le parti in conflitto.


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