Torre Annunziata. Una pattuglia del locale Ufficio Circondariale Marittimo con lacollaborazione del personale sanitario della locale A.S.L. coordinato dal dottore Lucibello, è intervenuta nella centralissima Via Caracciolo, all’altezza dell’ex deposito ferroviario, dove è stata riscontrata la presenza di tre banchetti abusivi. Cinquanta chili di prodotti ittici erano esposti in contenitori di fortuna tra cui, mitili, orate e alici e novellame di sarda privi della prevista documentazione di tracciabilità. Accertata, inoltre, la totale assenza di qualsivoglia titolo per la vendita del prodotto in questione e la mancanza delle più elementari norme di carattere sanitario, è scattato il sequestro del prodotto ittico che era in cattivo stato di conservazione.
I tre venditori abusivi sono stati denunciatiper vendita ambulante non autorizzata e per violazione delle norme di carattere igienico sanitario. Il prodotto ittico sequestrato, per un ammontare di circa 50 kg è stato distrutto su disposizione della locale Procura.
“Prosegue l’attività di controllo sulla filiera ittica sul territorio di Torre Annunziata. Purtroppo rileviamo ancora la presenza di tale tipologia di attività illecita, praticata da “non professionisti” che, come è noto, provoca danni all’ambientale marino e elude i basilari controlli sanitari danneggiando il lavoro dei pescatori, dei grossisti e dei ristoratori professionisti – scrive in un comunicato la Guardia Costiera -. Raccomandiamo ai consumatori, per la salvaguardia della loro salute, di acquistare prodotti ittici esclusivamente da operatori del settore alimentare regolarmente autorizzati, gli unici titolati a vendere e somministrare prodotti ittici e sottoposti a continui controlli da parte dei servizi veterinari lungo tutta la filiera produttiva. Come sempre rimane alto il livello di controllo della Guardia Costiera di Torre Annunziata su tutto il territorio di competenza e le verifiche lungo la filiera ittica proseguiranno per la tutela della salute pubblica e per la repressione di qualsiasi forma di abusivismo che, come in questo caso, rischia di mettere a repentaglio la salute del consumatore”.