Anziana uccisa per l’eredità a Nocera Inferiore: perquisizioni per trovare i buoni milionari

Nocera Inferiore. Buoni fruttiferi per diverse centinaia di migliaia di euro, un appartamento, una morte sospetta. Un omicidio per l’eredità. Un giallo che da mesi tiene con il fiato sospeso i protagonisti e che stamattina ha avuto una svolta. Le abitazioni di sei dei dieci indagati per estorsione, falso e omicidio sono stati perquisite dagli uomini della guardia di finanza di Nocera Inferiore che stanno seguendo le indagini per la morte di Anna Candeloro, l’anziana morta il 12 gennaio del 2012 in circostanze sospette. Ad emettere il decreto di perquisizione per cercare i buoni fruttiferi o parte di essi ancora non incassati, il sostituto procuratore della Repubblica di Nocera Inferiore, Valeria Vinci che da mesi sta seguendo il cold case nocerino. A ottobre, cinque anni dopo la morte e dopo alterne vicissitudini dell’inchiesta, la titolare del fascicolo aveva dato incarico al medico legale torinese, Roberto Testi di eseguire dei test tossicologici, sul corpo dell’anziana che all’epoca della morte aveva 80 anni. Nel registro degli indagati sono finite dieci persone: un intero nucleo familiare, vicini di casa della signora Candeloro – residente nel quartiere di Piedimonte – un notaio, un medico e un infermiere. Stamattina, gli uomini della Guardia di Finanza hanno eseguito sei perquisizioni per cercare quel tesoretto – circa 500mila euro – in buoni fruttiferi intestati alla defunta e mai ritrovati dopo la morte. Alcuni forse già incassati. Le perquisizioni hanno interessato Angela D’Amora, 76enne, vicina di casa dell’anziana defunta e ‘acquirente’ dell’appartamento in ‘nuda proprietà’ di Anna Candeloro. Una vendita avvenuta 22 giorni prima che l’80enne morisse improvvisamente. Le perquisizioni hanno riguardato anche i figli della donna Gerardo e Emanuela Spinelli, residenti anch’essi in via Piccolomini, 122 e Gerardo e Giuseppe Iuliano, padre e figlio, oltre al medico di base dell’anziana. 

Il movente del delitto, secondo quanto emerso nel corso delle indagini, sarebbe proprio l’ingente patrimonio della vittima: un appartamento, quello venduto meno di un mese prima della morte, e un pacchetto di buoni fruttiferi, per un valore di circa 500mila euro, spariti.

A ottobre il pm aveva incaricato il medico legale Roberto Testi di trovare tracce di veleni o medicinali che potevano aver portato l’anziana a morire in pochissimi giorni, proprio dopo quell’atto notarile stilato dinanzi al notaio Lucia Di Lieto, con il quale Anna Candeloro vendeva – per la somma di 43mila euro – il suo appartamento alla vicina di casa. Quel pagamento, fatto con un assegno circolare dall’acquirente, potrebbe non essere stato mai effettuato. O almeno che fine hanno fatto quei 43mila euro che la signora D’Amora aveva dato con assegno circolare all’anziana vicina?

Il delitto di via Piccolomini, 122, se di delitto si è trattato, potrebbe essere stato escogitato – sostengono gli inquirenti – per appropriarsi del patrimonio dell’anziana donna, mai sposatasi e accudita per anni proprio dalla famiglia di vicini che ora è finita nel mirino della magistratura. Infatti, due giorni dopo aver venduto la casa in nuda proprietà alla vicina, la signora Anna Candeloro invia una lettera-testamento ad una sua cugina che vive a Milano. E’ una delle parenti più prossime della donna e a lei lascia con quella lettera tutti i suoi beni: l’appartamento e un patrimonio finanziario che – si legge nel testamento olografo datato 22 dicembre 2011, due giorni dopo l’atto notarile – è gestito dal direttore dell’ufficio postale di via Marconi a Nocera Inferiore. Anna Candeloro dà alla cugina riferimenti precisi e le raccomanda di non dire nulla a nessuno, di quell’eredità, fino alla sua morte. Ma la lettera-testamento arriverà a Milano alcuni giorni dopo l’improvvisa morte di Anna Candeloro, avvenuta il 12 gennaio del 2012.

E poi, c’è un giallo nel giallo sul quale stanno lavorando gli inquirenti. L’anziana pare sia morta per un tumore, ma anche su quella malattia vi sono dei dubbi. Tanto che nel registro degli indagati è finito un infermiere che la curava. L’ipotesi è che potrebbe aver somministrato all’anziana dei farmaci che nel giro di pochi giorni potrebbero averla portata alla morte. Consentendo poi che quel patrimonio ingente sparisse in pochissimo tempo prima che i parenti della donna potessero avere sospetti. Pare che dalla perizia medico legale, disposta dalla Procura, siano emersi elementi che fanno pensare ad una morte indotta con la somministrazione di beta bloccanti. Farmaci mai prescritti dal medico di base che hanno la funzione di bloccare gli impulsi nervosi elettrici che stimolano il cuore, rallentando la frequenza cardiaca. Farmaci utilizzati per il trattamento dell’ipertensione arteriosa. Ma su questo gli inquirenti stanno ancora lavorando. Se di delitto si è trattato ci sono tutti gli elementi: movente, modalità. Ora bisogna provarlo. Per il momento quello che è accaduto nell’appartamento di via Piccolomini, 122 resta un mistero. E oggi sono scattate le perquisizioni. 

Rosaria Federico


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