La foto del ragazzo di 13 anni con il volto tumefatto, dopo aver subito una aggressione da parte di tre suoi coetanei a Mugnano, nel napoletano, ormai è diventata virale. Ha avuto oltre 260mila condivisioni e centinaia di commenti. A postare la foto è stata il padre che, a distanza di ventiquattro ore, ribadisce come la sua sia stata una scelta precisa, a suo avviso giusta, dettata dall’intenzione di voler “porre l’attenzione su un problema”. “Oggi è successo a mio figlio, domani – aggiunge – può accadere al figlio di qualcun altro e non deve assolutamente succedere”. E proprio dai commenti emerge la preoccupazione di alcuni genitori per i loro figli. Basta la repressione?, si chiedono in molti. O è necessario puntare soprattutto sulla prevenzione? Interrogativi che tengono banco nelle iniziative di sensibilizzazione e nei dibattiti sul bullismo avviati già da mesi nelle scuole, anche quelle di Mugnano. “E’ un fenomeno che esiste – osserva ancora il padre del ragazzo – e che deve essere combattuto”. Un messaggio per dire che bisogna fare “attenzione a tutti quanti. E credo che il messaggio sia arrivato, anche in maniera forte con quella cruda immagine di mio figlio”.
Intanto i carabinieri hanno identificato gli aggressori: hanno tutti meno di 14 anni, e quindi non sono imputabili. Tre dei 5 della banda, si è scoperto dalle indagini dei militari dell’Arma, frequentano infatti la sua stessa scuola, ovvero la “Filippo Illuminato” che si trova nella stessa via Cesare Pavese, non distante dal luogo dell’accaduto. Sugli altri due invece, ci sono ancora approfondimenti in corso. Hanno tutti età tra i 12 e 13 anni tranne uno, un bimbo di soli 10 anni il quale, stando al racconto di Fabio, avrebbe aizzato gli aggressori mentre si scagliavano contro di lui durante il pestaggio che l’ha costretto alle cure mediche in ospedale a causa di un grosso bernoccolo formatosi sulla testa e per le altre ferite riportate al volto.
I 5 non sono perseguibili perché hanno meno di 14 anni. In ogni caso, la comunicazione della notizia di reato verrà comunque fatta all’autorità giudiziaria ed è possibile, ma questo lo si capirà semmai più avanti, che la vicenda abbia un risvolto civile come per esempio eventuali risarcimento dei danni da parte dei responabili. I ragazzini saranno tutti ascoltati dagli investigatori in presenza, ovviamente, dei loro genitori.
La piccola vittima comunque sta meglio e si prepara a partire con i compagni di classe – frequenta, con ottimi risultati, la terza media – per una gita scolastica in Sicilia. Intanto si continua a discutere sulla scelta del padre di pubblicare la foto. Nelle centinaia di migliaia di condivisioni e nei post i commenti sono quasi tutti di solidarietà. “Siamo stati sommersi di affetto e vicinanza – racconta il papà del 13enne – da parte di tante persone”. E alle critiche ricevute da esperti, l’uomo risponde: “Loro fanno il loro mestiere e vedono le cose con la loro ottica, ma non credo abbiano bene chiaro quale debba essere il messaggio”.