Camorra a Pianura, il ras Salvatore Romano voleva uccidere Alfredo Foglia. IL RACCONTO

La guerra in atto a Pianura tra il clan Pesce-Marfella e gli scissionisti del clan Mele stava per fare una vittima eccellente se ci fosse stato prima l’intervento dei carabinieri che il mese scorso arrestato il reggente dei Mele, Salvatore Romano detto “muoll-muoll” insieme a suo gruppo di fuoco e poi la squadra mobile che due settimana fa ha dato una spallata importante alle due cosche in guerra arrestato un trentina tra boss e affiliati. La vittima eccellente doveva essere il reggente del clan Pesce-Marfella ovvero Alfredo Foglia che già era sfuggito a un agguato nel marzo scorso mentre si trovava insieme con il padre Vincenzo all’esterno di un circolo ricreativo in via Duca D’Aosta. E’ stato lo stesso Salvatore Romano a confermare la volontà di compiere la spedizione punitiva. Al momento dell’arresto si chiamò in disparte i carabinieri che lo avevano “beccato” e raccontò loro: “C’è solo quest’arma qui, non troverete altro .Io e gli altri tre che avete fermato ci stiamo riorganizzando per formare un nuovo gruppo autonomo, ma voi ci avete preso prima, complimenti. Apparteniamo tutti al clan Mele di Pianura e stasera dovevamo fare un agguato ad an appartenente del clan Marfella. C’è una guerra in corso ed io sono stato sparato più volte e so che ogni mattina, quando mi metto le scarpe ed esco di casa, so che due sotto le possibilità: o mi prendete voi o vengo ammazzato da loro. A causa di questa guerra in atto non vado a dormire più a casa, infatti dormo in diversi alberghi. Ora che mi avete preso dovrò far andare via tutta la mia famiglia perché appena sapranno che sono stato arrestato e che stavo per colpirli, loro colpiranno per primi ed io non potrò reagire anche perché avete preso pure i miei compagni. Le macchine ci servivano per stasera ed eravamo venuti a riprenderle. La responsabilità di tutto però voglio prendermela io… non è più come una volta che i guaglioni si buttavano avanti per proteggere i mast… perché se uno di questi va dentro dopo un po’ si canta tutto… le macchine che dovevamo riprendere le abbiamo comprate stanotte alle tre da certe persone di Pianura che avevamo incaricato noi chiedendo di rapinare macchine vecchie per non dare sospetti al momento dell’agguato e per evitare che avessero il gps”. Romano precisò ai carabinieri che le ulteriori armi e le relative munizioni da utilizzare per commettere l’omicidio dovevano essere prelevate in un altro luogo”.

Il 15 febbraio scorso Salvatore Romano fu arrestato dai carabinieri insieme con Pasquale Ercole, Antonio Vanacore e Marco Battipaglia. I quattro furono sorpresi su autovetture di provenienza illecita, e quindi accusati di ricettazione, e del possesso di un fucile semiautomatico con matricola cancellata. Il blitz avvenne in un appezzamento di terreno in contrada Spadari tra Pianura e Quarto, dove fu sequestrato due giorni dopo l’arsenale del gruppo composto da altri due fucili, ma canne mozze, un fucile mitragliatore da guerra “Zastava” calibro 7,62, una pistola “Sauer” calibro 9, numerose munizioni e un caricatore. Ma in sede di convalida dell’arresto davanti al gip Aufiero,  Salvatore Romano ci ha tenuto a smentire le dichiarazioni rese ai carabinieri nell’immediatezza dell’arresto parlando di “fraintendimento” da parte dei carabinieri operanti. Nel frattempo il suo difensore di fiducia, avvocato Massimiliano Toma, attende le motivazioni del rigetto della scarcerazione da parte dei Riesame per poter presentare eventualmente il ricorso in Cassazione.

 Antonio Esposito

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(nella foto l’arsenale sequestrato dia carabinieri e da sinistra salvatore romano muoll-muoll e alfredo foglia)


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