L’omicidio del boss rivale, determinato dalla necessita’ di affermare la propria supremazia in un territorio, ma anche la capillare richiesta di ‘pizzo’ tra Sant’Antimo, Casandrino e Grumo Nevano, imponendo a bar e strutture ricettive slot machine di ditte ‘amiche’ soprattutto, e anche tangenti a imprenditori e commercianti. E’ lo scenario ricostruito dall’indagine dei carabinieri di Castello di Cisterna che decapita il gruppo Puca, uno dei meglio organizzati militarmente ed economicamente dell’area Nord del Napoletano, portando all’emissione da parte del gip Maria Luisa Miranda di Napoli di 8 misure cautelari, una delle quali non eseguita e un’altra notificata a un indagato gia’ detenuto. Mentre gli indagati a piede libero sono sei. Le indagini dei carabinieri di Castello di Ciasterna si sono avvalse delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia tra cui il boss di Casandrino, Vincenzo Marrazzo e tutta la sua famiglia, vale a dire i fratelli Antonio e Benito, la moglie Rosa Petrosino, i figli Filippo e Francesco e il nipote Marcello, ma anche il boss di Grumo Nevano, Vincenzo Aversano, quello di Mondragone, Giuseppe Perfetto, Giovanni marino del clan Amato-Pagano e ancora Ferdinando Puca, cugino del boss “Pasqualino ‘o minorenne”. Sono ben 18 i collaboratori di giustizia le cui dichiarazioni sono allegate alle 172 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare.
Tra i destinatari del provvedimento restrittivo, Luigi Di Spirito, fedelissimo del boss detenuto al 41 bis Pasquale Puca chiamato ‘o minorenne, suo referente e uomo che gestiva l’approvvigionamento di coca e hashish ai clan Mazzarella, Amato-Pagano, Longobardi-Beneduce e Marrazzo; nonche’ Francesco Dell’Olmo, che cura i rapporti con gli Amato-Pagano e le estorsioni attraverso l’imposizione di macchinette per giochi d’azzardo; ma anche Lorenzo Iavazzo, detto sparavolpe, killer del gruppo, e Antonio Femiano, l’uomo che ricicla il denaro sporco e distribuisce mensilita’ agli affiliati, entrambi coinvolti nell’omicidio del boss Francesco Verde nel 2007. L’inchiesta infatti ha ricostruito la fase decisionale dell’eliminazione fisica del capo del gruppo rivale sul territorio, ma anche la pianificazione e la rete di appoggi attraverso la quale i sicari si procurarono e si disfarono delle armi e della vettura utilizzata nell’agguato. Secondo gli investigatori, le estorsioni, principale fonte di sostentamento della cosca insieme al traffico e allo spaccio di droga, erano sempre state ‘a tappeto’, senza cioe’ trascurare nessun settore del tessuto economico del territorio dei Puca, ma negli ultimi tempi venivano condotte con una linea differente rispetto al passato, facendo capo al referente di zona. Le armi sequestrate nel corso dell’inchiesta, tra cui una mitraglietta Uzi considerata da guerra, erano pronte all’uso e ben conservate, frutto di due diversi ritrovamenti, uno a casa di un indagato perquisito, che le aveva nascoste in una intercapedine di una parete, l’altro in un terreno dove erano state sotterrate, avvolte con cura in stracci e cellophane per non danneggiarle. Intercettazioni ambientali e telefoniche e dichiarazioni di pentiti hanno fornito molti elementi investigativi ai carabinieri.
I 14 INDAGATI
1. CESARO Antonio, nato a Sant’Antimo il 13.04.1963, ivi residente
2. DELL’OMO Francesco, alias “o’ maranese”, nato Sant’Antimo il 04.09.1965, iviresidente;
3. DI BIASE Antimo, nato a Sant’ Antimo il26.08.l966, ivi residente
4. DI SPIRITO Luigi, alias “Giggino palatella”, nato a Sant’ Antimo il 18.09.1960, ivi residente
5. FEMIANO Antimo, alias “morandi”, nato a Sant’ Antimo il 20.06.1956, ivi residente
6. FERRIERO Amodio, nato a Sant’ Antimo il 3.8.71, ivi residente
7. IAVAZZO Lorenzo, alias “sparavolpe”, nato a Sant’Antimo il 12.10.1054, ivi residente
8. LAMINO Claudio, alias “o’mericano”, nato a Sant’ Antimo il 22.05.1966, 1v1 residente
9. PACIOLLA Antonio, alias “‘o russ”, nato a Grumo Nevano (NA) il 2.01.1980 ivi residente
10. PUCA Antimo, alias “o’ maulone”, nato Sant’ Antimo il 03.05.1966, ivi residente
11. PUCA Ferdinando, detto “Nanduccio”, nato ad Aversa (CE) il 02.05.1986, collaboratore di giustizia;
12. PUCA Lorenzo nato ad Aversa il13.10.85;
13. PUCA Teresa nata ad Aversa il l 0.2.89;
14. FLAGIELLO Vincenza nata a Sant’Antimo il 27.9.68
Di questi 14 sono tutti finiti in carcere,tranne il vigile urbano Antonio Cesaro, l’imprenditore Antimo Puca ‘o maulone, il pentito Puca Ferdinando e i ude figli del boss Pasquale Puca ‘o minorenne ovvero Lorenzo e Teresa ed inoltre Vincenza Flagiello accusati di intestazioni fittizie di beni del clan.
Rosaria Federico
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(nella foto le armi ritrovate dai carabinieri e nel riquadro il boss Pasquale Puca ‘o minorenne)