Camorra, la dichiarazione choc del killer: “Sono stato plagiato dal clan ed ho assassinato”

“Sono stato plagiato dal clan e ho assassinato”, parole di un duro. Un vero killer. Uno spietato. Uno di quelli che ha compiuto una dozzina di omicidi per conto dei Lo Russo, i “Capitoni” di Miano ribattezzati negli ultimi tempi nel mondo criminale napoletani come il “clan dei pentiti”, visto l’alto numero di collaboratori di giustizia tra la cerchia familiare dei Lo Russo. Un po come è successo con i Sarno a Ponticelli. Chi parla è Raffaele Perfetto, “muss e scigna” killer e parente avendo sposato una Lo Russo. Ma anche padre di un altro giovane killer, quel Ciro Perfetto, colpito  il mese scorso da un’ordinanza di custodia cautelare come uno dei componenti del commando che fece la famosa stesa del 6 settembre 2015 in piazza Sanità in cui trovò la morte il giovane innocente Genny Cesarano. Quella di Raffaele Perfetto è stata una dichiarazione spontanea alla vigilia della requisitoria del procuratore generale nel processo del cosiddetto omicidio dell’ambulanza. Una dichiarazione importante preludio a una scelta quantomeno dissociativa visto che “muss e  scigna” ha sul groppone già alcuni ergastoli per gli omicidi in trasferta commessi per gli “amici”del clan Birra-Iacomino nell’ambito della faida ercolanese con gli Ascione-Papale.In primo grado Perfetto è stato condannato all’ergastolo insieme ad Oscar Pecorelli ‘o malomm e Pasquale Angellotti quali esecutori materiali del duplice omicidio avvenuto il primo giugno 2004 in cui furono massacrati Salvatore Manzo, pregiudicato di 44 anni, originario di Marano. L’uomo, accompagnato dalla moglie, veniva trasportato a bordo di un’autoambulanza in una clinica di S. Giorgio a Cremano. Poco prima, gli stessi killer avevano ammazzato anche Giuseppe D’Amico, altro membro del clan Stabile, che lo stava scortando con la sua vettura.I due appunto erano legati al clan Stabile ” i capelloni” di Chiaiano in guerra all’epoca con i Lo Russo. Raffaele Perfetto con la sua confessione spera di poter evitare l’ennesimo ergastolo. Ha confessato di aver ammazzato Giuseppe D’Amico e Salvatore Manzo, ha confermato che con lui c’erano Massimo Tipaldi (condannato a 20 anni di carcere e scarcerato nell’ottobre scorso per decorrenza dei termini di custodia cautelare per un ritardo nel deposito delle motivazioni della sentenza di primo grado), Antonio Lo Russo e Luciano Pompeo ed ha detto di essere stato negli anni plagiato da Salvatore Lo Russo, il primo dei “Capitoni” a pentirsi. La prossima udienza eÌ€ prevista per fine maggio e in quell’occasione ci saraÌ€ la requisitoria del procuratore generale.


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