Camorra: un altro secolo di carcere ai clan di Ercolano. TUTTE LE CONDANNE

Oltre un secolo di carcere per bosse gregari della camorra di Ercolano accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni e una serie di tentati omicidi. I giudici della Corte di appello di Napoli hanno infatti condannato Angelo Bruno e Gaetano Vulcano a venti anni di carcere accusati oltre che di associazione a delinquere di stampo camorristico anche del tentato omicidio di Francesco Durantini, detto “’o presidente”. Sempre per il tentato omicidio del fratello di Giovanni Durantini, “Boninsegna”, è stato invece condannato a 18 anni di carcere il boss del “canalone” Natale Dantese. E’ a 15 anni di carcere la condanna per Salvatore Viola, 11 per Aniello Taurino, 10 per Gennaro Dantese e 9 per Enrico Castaldo. E poi Franco Sannino condannato a 3 anni e 6 mesi. Tutti accusati di associazione a delinquere di stampo camorristico e detenzione di armi. Il processo nato dall’inchiesta Albatros dello scorso che portò in carcere  23 esponenti dei clan Birra-iacomino e Ascione -Papale. Infine il collaboratoredi giustizia Marco Cefariello accusato di aver preso parte al tentato omicidio di Ettore Merlino (l’affiliato ai Papale aggredito a Torre del Greco con bastoni e mazze di ferro e salvato grazie all’intervento fortuito di alcuni passanti) è stato condannato a sette anni, otto anni in meno del primo grado.

Le indagini partite nel 2014, grazie a intercettazioni, anche video e anche di colloqui in carcere di detenuti, e alle dichiarazioni di pentiti, tra cui Antonella Madonna, arrestata il 5 dicembre 2012, moglie del boss detenuto al 41 biss Natale Dantese e a sua volta reggente del clan Ascione-Papale.
Nel mirino dei pm antimafia, la ‘guerra’ tra clan tra 2009 e 2014, e in particolare le estorsioni degli Acione-Papale a una paninoteca e a un centro scommesse di Ercolano e una rapina a una ditta per la lavorazione di pellami e stoffe ‘amica’ dei Birra-Iacomino. Tra i sequestri, spiccano quello il 6 agosto 2014 di 6 pistole e quello del 27 gennaio 2009 di diverse armi tra cui un mitra AK-47 e uno MP-40 nonchè due ordigni bellici modello F1. Proprio per recuperare un arsenale della cosca e per evitarne il sequestro da parte delle forze dell’ordine, affiliati esercitarono una costrizione fisica nei confronti del padre di Antonella Madonna.

 


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