Guglielmo La Regina, titolare di uno studio di ingegneria, è indicato dai magistrati della Dda di Napoli come ”il vero artefice della intera operazione corruttiva” che ha portato oggi agli arresti eseguiti dalla Guardia di Finanza. Un ruolo centrale è rivestito, secondo gli inquirenti, dalla sua collaboratrice, da Loredana Di Giovanni, esperta di consulenza finanziaria. La Regina ”appare l’artefice di tale meccanismo delittuoso” che viene definito “sistema La Regina”, che sarebbe stato attivo dal 2012 al 2015. ”In molti degli appalti esaminati – si legge nell’ordinanza del gip Federica Colucci – il confronto tra le date degli atti formalmente adottati dalle stazioni appaltanti (presentazione del progetto di massima per l’ammissione ai finanziamenti ed adozione del bando di gara per l’affidamento della progettazione definitiva e/o esecutiva e dei lavori) ed i files rinvenuti nel computer dello studio La Regina comprova, in maniera documentale e dunque incontrovertibile, che tali documenti sono stati preventivamente formati nello studio La Regina e trasmessi alla stazione appaltante che li ha presentati come propri. Il tutto in assenza di un incarico formale che giustificasse lo svolgimento di tali incarichi di progettazione”. Delle due l’una – osserva il giudice – o La Regina è un benefattore che lavora gratis per gli enti pubblici (e le intercettazioni escludono tale interpretazione) o ha redatto tali progetti per consentire agli enti di accedere ai finanziamenti, bandire le gare, ottenere l’aggiudicazione dell’ appalto a ditte compiacenti e ricavarne un’ utilità personale”. Il sistema illecito vede La Regina ”in diretto contatto con sindaci del Casertano e del Napoletano che gli vengono presentati da vari imprenditori”. In tale attività agevolato dalla Di Giovanni che ”ha dei lunghi trascorsi politici grazie ai quali ha maturato un intenso rapporto di conoscenza” con Pasquale Sommese, ex assessore e consigliere regionale coinvolto nell’inchiesta.
La Di Giovanni ”ha messo in contatto La Regina con Sommese e quest’ultimo ha avviato con lui e con la stessa Di Giovanni un rapporto di stabile collaborazione. I magistrati ricostruiscono il meccanismo anche grazie alle dichiarazioni fatte dalla consulente finanziaria. ”In base a tale rapporto, si è avviato un meccanismo illecito così composto: i sindaci degli enti interessati ad un finanziamento regionale si rivolgono a La Regina, su consiglio di alcuni loro amici imprenditori, affinché questi possa poi garantire il finanziamento dell’opera grazie all’appoggio di Sommese”. Quest’ultimo ”si impegna a garantire il finanziamento dell’opera (proponendo in Giunta Regionale la finanziabilità delle aree da cui provengono i sindaci) ed in cambio ottiene denaro e sostegno elettorale”. Talvolta, poi, Sommese ”indica il nome dell’imprenditore che deve eseguire i lavori pubblici che ha fatto finanziare. In questa seconda fase subentra di nuovo La Regina ”il quale, grazie agli accordi con taluni esponenti dei consigli professionali territorialmente competenti o con le conoscenze in ambito accademico, riesce a suggerire i nomi dei componenti delle commissioni di gara agli enti appaltanti e costoro, a loro volta, aggiudicano gli incanti alle ditte che lo stesso La Regina indica loro come vincitrici. Tutto ciò, in cambio di denaro o incarichi da corrispondere ai sindaci, ai funzionari degli enti appaltanti ed ai commissari di gara”.