Camorra&Politica: nel Casertano ennesimo terremoto giudiziario

Quattro tra sindaci in carica ed ex primi cittadini arrestati, oltre ad un piccolo esercito di colletti bianchi, tra funzionari pubblici e professionisti, finiti in carcere o ai domiciliari. L’ennesimo terremoto giudiziario si è abbattuto ieri in provincia di Caserta, attraverso l’operazione della Dda di Napoli e della Finanza che ha portato all’arresto di 69 persone tra cui il consigliere regionale Pasquale Sommese, colpendo un grande Comune come Aversa, secondo per numero di abitanti dopo il capoluogo, e i piccoli centri dell’Alto-Casertano come Riardo, il paese della Ferrarelle, Alife, Francolise; e lasciando tra i cittadini sorpresa, sgomento, rabbia. Solo negli ultimi due anni, tra indagini dell’Antimafia e della Procura ordinaria di Santa Maria Capua Vetere, sono circa 25 i sindaci del Casertano arrestati quasi sempre per vicende di corruzione e appalti truccati; oltre un quarto dei comuni di Terra di Lavoro (sono 104) è stato dunque toccato direttamente da inchieste della magistratura. Ha fatto scalpore ad Aversa l’arresto del sindaco Enrico De Cristofaro, in carica da nove mesi, finito in carcere per fatti precedenti alla sua elezione, ovvero quando, nel 2014, in qualità di presidente dell’Ordine degli Architetti di Caserta, avrebbe concorso a turbare l’appalto indetto dall’Adisu (Azienda per il diritto allo studio universitario) di Aversa per la ristrutturazione della casa dello studente suggerendo come commissario di gara il collega Nicola D’Ovidio, allora e oggi sindaco di Riardo, chiedendo in cambio l’assegnazione di un incarico ad impiantista di sua fiducia. A Riardo sono finiti nel mirino della Dda di Napoli i lavori di ristrutturazione dell’impianto sportivo e di consolidamento e messa in sicurezza del Castello Medioevale, per i quali D’Ovidio (finito in cella) avrebbe accettato, per far aggiudicare le gare a ditte già indicate, tangenti per quasi 40mila euro dall’ingegnere Guglielmo La Regina, perno attorno al quale ruota l’inchiesta, e dall’imprenditore Mario Martinelli, ritenuto vicino al clan Schiavone di Casal di Principe. Scarsa la sorpresa ad Alife, dove è finito in carcere l’ex sindaco Giuseppe Avecone mentre per l’ex assessore Gabriele Venditti il Gip di Napoli ha disposto i domiciliari, in relazione ai lavori di realizzazione del Museo Archeologico. Già dallo scorso anno, infatti, dopo l’arresto del sindaco di Santa Maria Capua Vetere Biagio Di Muro per i lavori di restauro dello storico Palazzo Teti, erano emerse le indagini sull’appalto per il Museo alifano, tanto che le aziende aggiudicatarie, la Lidero e la Thermoimpianti, i cui titolari sono finiti in carcere ieri, furono estromesse e i lavori affidati all’azienda giunta seconda nella gara. Ora l’attesa dei cittadini riguarda proprio la fine dei lavori del Museo. L’indagine di ieri ha toccato anche i Comuni di Francolise, Rocca D’Evandro e Calvi Risorta; nel mirino della Dda l’intervento denominato “Le Porte dei Parchi”, consistente nel restauro dei castelli medioevali ubicati nei vari paesi, e per i quali sono finiti in carcere due funzionari dell’Ufficio Tecnico comunale di Francolise e soprattutto l’anziano consigliere regionale Angelo Consoli; nella vicenda è rimasto coinvolto anche una vecchia conoscenza della magistratura, ovvero l’architetto Claudio De Biasio (finito ai domiciliari, ndr), ex funzionario di vertice del Commissariato per l’emergenza rifiuti, condannato nell’ambito del processo Eco4 sull’infiltrazioni dei Casalesi nel settore dei rifiuti, scelto nel 2015 dal comune di Francolise come componente della commissione della gara incriminata con un “finto” sorteggio. A Casapulla è stato condotto ai domiciliari l’ex sindaco, per quasi 20 anni, Ferdinando Bosco, zio dell’attuale primo cittadino e padre del consigliere regionale Luigi Bosco; la cittadinanza si è divisa tra sostenitori e oppositori. Ai domiciliari è finito anche Raffaele De Rosa, fratello di Marcello, sindaco sotto scorta di Casapesenna, cittadina di nascita del boss Michele Zagaria.


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