E’ nel capitolo dedicato alle esigenze cautelari che il gip Federica Colucci richiama il comportamento di alcuni indagati che, una volta intuito di poter essere nel mirino della magistratura, si sarebbero attivati per far sparire documenti (come nel caso di un appalto a San Giorgio a Cremano, dove si è riusciti ad ovviare al danno attraverso l’accesso agli atti presso le facoltà universitarie) o si sarebbero spinti a distruggere e/o sostituire documenti ufficiali di gara. Per il gip, quelli scoperti finora sono soltanto “la punta di un iceberg”. E’ un vasto giro quello della corruzione che vede organizzati a “sistema” politici, pubblici ufficiali, professionisti, docenti universitari e imprenditori che “non hanno esitato – si legge tra le accuse – a stringere accordi corruttivi e manipolare gli esiti delle gare alle quali hanno, in vari ruoli, partecipato”.