Castellammare, agguato a Santa Caterina: arrestato il figlio di “Rafele ‘o ninnillo”

Torna in carcere Giacomo Di Somma, 25enne figlio del famigerato killer “Raffaele o’ ninnilo”, al servizio per anni con il clan D’Alessandro (era il preferito del defunto boss Michele) e che agli inizi degli anni Duemila tentò la carta dell’autonomia fondando quello che è passato alla storia come il “clan dei falsi pentiti”. Il giovane pregiudicato, figlio di Raffaele, attualmente era già sottoposto al divieto di dimora nel comune di Castellammare e all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria presso la stazione carabinieri di Gragnano, comune in cui è domiciliato. Ieri è stato arrestato dai carabinieri dell’aliquota operativa della compagnia di  Castellammare di Stabia che gli anno notificato un ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale di Napoli: dovrà espiare 6 anni e 3 mesi di reclusione per tentato omicidio e detenzione e porto illegale di armi. Accuse relative all’agguato messo a segno il primo maggio 2011 a via Bonito contro due giovani affiliati al clan D’Alessandro, Vincenzo Spista e  Francesco Iovine. I due, all’epoca 20 e 18 anni, furono raggiunti da una gragnuola di proiettili mentre erano a bordo di una Lancia Y. A premere il grilletto fu Di Somma che viaggiava in moto.  Il movente sempre lo stesso: i contrasti con i D’Alessandro per la gestione degli affari illeciti nel centro antico di Castellammare.

 


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