Castellammare, arrestato armato al Savorito il figlio illegittimo del boss di Pagani

Vincenzo Petranovic, il 22 enne arresttao ieri a Castellammare armato con una pistola pistola semiautomatica Desert Eagle calibro 44 magnum con matricola abrasa è il figlio illegittimo del vecchio boss di Pagani, Tommaso Fezza ‘o furmaggiaro condannato all’ergastolo proprio per l’omicidio della mamma del ragazzo. Il ragazzo che vive a Santa Maria la Carità è stato fermato dai carabinieri nel rione Savorito. Era in auto con la fidanzata, una 33enne sammaritana con precedenti per spaccio di droga. Quando i militari stabiesi diretti dal maggiore Donato Pontassuglia e dal luogotenente Andrea Marra gli hanno imposto l’alt a traversa Don Bosco. Gli uomini dell’Arma, insospettiti dal nervosismo mostrato dal ragazzo sammaritano, hanno deciso di procedere ad una perquisizione personale e della stessa vettura. Così hanno scoperto l’arma in possesso di Petranovic. Per il ragazzo sono scattate le manette e dopo le formalità di rito è stato trasferito a Poggioreale, per la ragazza invece la denuncia. I carabinieri ipotizzano stessero andando a rifornirsi di droga nella piazza di spaccio del Savorito, una base attiva h24 dove ci si può procurare cocaina e crack a tutte le ore. Vincenzo Petranovic è figlio di una relazione extraconiugale avuto da Tommaso Fezza con la mamma, Milica Petranovic. Era una 25enne di origine serba. La donna voleva a tutti costi che Fezza lasciasse la moglie e riconoscesse ufficialmente il figlio.  Cosa che il boss escludeva categoricamente. Tommaso Fezza è il cofondatore del clan Fezza-D’Auria-Petrosino, attivo a Pagani e nella zona dell’agro-nocerino-sarnese e con un passato nella ndrangheta e un ruolo di spicco nella Nuova Famiglia. La donna voleva a tutti i costi quel riconoscimento e spesso metteva in piazza scenate furibonde che allarmavano l’intero quartiere Lamia fino a richiamare le forze dell’ordine.  In un caso specifico le sue urla in via Matteotti, sotto casa di Fezza, richiamarono una pattuglia dei carabinieri. Le conferme erano arrivate nel corso del dibattimento da parte del boss Bruno De Vivo, uomo di punta del clan del centro storico paganese, ritenuto complice dell’omicidio, e da altri capiclan come lo scafatese Pasquale Loreto, anche lui collaboratore di giustizia, entrambi al corrente del rapporto di Fezza con la serba. La donna aveva una relazione con Fezza e non voleva “restare al posto suo” , diventando un problema da risolvere. Quando la Petrovic iniziò a minacciare Fezza di rivolgersi alle forze dell’ordine, il clan intervenne attraverso De Vivo chiedendo di metterla a tacere. Così la 25enne fu ammazzata da Fezza, con l’assenso di Bruno De Vivo, perché sapeva troppo, poco dopo la nascita del figlio illegittimo del boss, con l’omicidio preceduto da un pestaggio nei suoi confronti quando era incinta, e l’esecuzione avvenuta il 26 agosto del 1994, prima con dei colpi di zoccolo per stordirla e poi con una picconata. Il corpo fu seppellito nelle campagne del Salernitano e mai più ritrovato. Per quell’efferato omicidio il boss Fezza nel 2013 è stato condannato all’ergastolo con sentenza definitiva dai giudici della Cassazione.

 

 

(nella foto Vincenzo Petranovic, l’arma sequestrata dai carabinieri e il padre naturale del ragazzo, il boss di Pagani Tommaso Fezza, ‘o furmaggiar)

 

 


Articolo precedenteNapoli, controlli antidroga dei carabinieri: 7 arresti
Articolo successivoNapoli, torna la banda della spaccata. Colpo da “12 morsi”: bottino 5500 euro