Affare Consip: soldi. Tanti soldi. Versati mensilmente da Alfredo Romeo a Carlo Russo e Tiziano Renzi per intercedere nei confronti di Luigi Marroni – amministratore delegato di Consip spa – e permettere l’aggiudicazione di appalti milionari alla Romeo Gestioni spa. Sono queste le accuse contestate a Alfredo Romeo, Italo Bocchino, Carlo Russo e Tiziano Renzi nell’ambito dell’inchiesta romana per traffico di influenze che ha portato stamane all’emissione di un decreto di perquisizione nei confronti di Russo, l’imprenditore farmaceutico amico di Renzi. Russo e Renzi avrebbero agito in ‘concerto’ con Italo Bocchino, consulente e ‘alter ego’ dell’imprenditore napoletano Romeo, finito in carcere stamattina. Il patto bipartisan tra Bocchino e Russo e Tiziano Renzi aveva un fondamento economico ed era il compenso della mediazione che i due toscani avrebbero effettuato nei confronti di Marroni. Secondo quando emerso, negli ultimi mesi, descritto in una dettagliata relazione del Comando Carabinieri per la Tutela dell’ambiente, coordinato dal capitano Giampaolo Scafarto, e del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli, per quegli appalti milionari di Facility Management indette da Consip spa, Bocchino avrebbe veicolato somme di danaro mensili a Russo. A supporto delle accuse numerose intercettazioni ambientali, eseguite negli uffici di Roma in uso ad Alfredo Romeo. In quegli uffici, i carabinieri del Noe hanno registrato le conversazioni tra Alfredo Romeo e Carlo Russo e tra lo stesso Romeo e Italo Bocchino.
Secondo l’accusa, Romeo si sarebbe accordato con Carlo Russo, a fronte della promessa di ingenti somme di danaro, affinché questi utilizzando le proprie relazioni e in particolare l’amicizia con Tiziano Renzi. Ma gli inquirenti nel corso delle indagini hanno anche trovato un biglietto scritto da Romeo con il quale l’imprenditore napoletano destina parte della somma ‘corruttiva’ proprio al papà dell’ex premier. Ma a parlare più esplicitamente nel corso di un’intercettazione è proprio Carlo Russo, l’imprenditore di Scandicci. E’ lui a confermare che la sua intercessione nei confronti dell’amministratore di Consip spa, passa attraverso Tiziano Renzi al quale dovrebbe andare una parte del danaro pattuito.
A confermare l’ipotesi che Alfredo Romeo stava coinvolgendo nell’operazione Consip i massimi livelli istituzionali, è stato Marco Gasparri, dirigente della centrale d’acquisto di Palazzo Chigi, e da mesi ‘gola profonda’ degli inquirenti nell’inchiesta. Dopo l’estate (2016, ndr) – ha raccontato Gasparri – Alfredo Romeo si sarebbe rivolto “al massimo livello politico” per ottenere informazioni su quanto accadeva in Consip. “Romeo ultimamente e cioè subito dopo l’estate – si legge nel verbale – mi disse che aveva fatto un intervento sui vertici della Consip attraverso il massimo livello politico; non mi disse chi era il politico o i politici presso i quali era intervenuto ma mi disse che si trattava del livello politico più alto e in proposito mi chiede se io avevo registrato, a seguito di tale suo intervento, un cambiamento di atteggiamento dell’Ad di Consip Marroni nei suoi confronti”.
Rosaria Federico