Napoli. Inchiesta Consip e appalto per le pulizie al Tribunale di Napoli affidata a Romeo: scattano le perquisizioni. I carabinieri stanno eseguendo una perquisizione al Palazzo di Giustizia di Napoli nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti gestiti da Alfredo Romeo, l’imprenditore in carcere per una presunta corruzione per una gara Consip. A quanto si apprende, i militari dell’Arma stanno perquisendo l’ufficio di un dirigente amministrativo nei cui confronti i pm Henry John Woodcock e Celeste Carrano ipotizzano il reato di corruzione.
A finire nel mirino dei pm partenopei, Emanuele Caldara, direttore generale per la gestione e la manutenzione del Palazzo di Giustizia di Napoli, che sarebbe indagato per concorso in corruzione con lo stesso Alfredo Romeo. Caldara, nell’ipotesi dei pm, per sbloccare il pagamento di alcune fatture a favore della Romeo Gestioni, che erano state congelate dal funzionario che l’aveva preceduto nell’incarico, avrebbe chiesto e ottenuto l’assunzione di una figlia presso l’azienda di Romeo. L’imprenditore, al Palazzo di Giustizia, ha in appalto il servizio di pulizie.
Ma intanto la questione Consip si sposta anche sul piano politico con la nomina di Marroni al vertice della società del Ministero, il coinvolgimento del Ministro Lotti e le dichiarazioni ai magistrati di Marco Gasparri, il direttore ‘pentito’ di Consip che ha collaborato con gli inquirenti. Proprio a proposito della nomina di Marroni Gasparri disse: “Alla vostra espressa domanda, vi dico che la nomina dell’Ad Marroni é stata ‘sponsorizzata’ da Renzi e da Lotti, e per la verità lo stesso Marroni non ne fa mistero; si tratta di una nomina politica”. Il verbale di interrogatorio fa parte degli atti depositati in vista dell’udienza del tribunale del riesame che dovrà esprimersi sull’ordinanza di custodia cautelare per Alfredo Romeo.
“Egli (Marroni) non faceva mistero di essere di osservanza ‘renziana”, ha poi detto Gasparri in un nuovo interrogatorio il 28 gennaio, stavolta davanti ai pm di Roma e di Napoli. “Sulla base anzitutto delle sue dichiarazioni” Gasparri risponde di aver saputo che Marroni era renziano. “Peraltro era noto che era stato assessore alla Regione Toscana in area Pd – aggiunge Gasparri parlando di Marroni – ed era stato direttore generale di una Asl toscana”.
“Con riguardo agli interventi politici di altissimo livello su Marroni, ricordo, per spiegare meglio quanto detto prima, che quando io feci a Romeo la domanda se era il Papa egli mi rispose che erano di altissimo livello; io a quel punto chiesi se fosse il presidente del Consiglio Renzi ed egli mi guardò senza rispondere nulla”. Dice ancora Gasparri interrogato il 28 gennaio dai pm di Roma e di Napoli, parlando dei contatti istituzionali che Alfredo Romeo sosteneva di avere, precisando che gli “interventi politici” sull’Ad Luigi Marroni sarebbero avvenuti prima dell’estate 2016. “Romeo mi disse, nel suo ufficio, che erano interventi ad altissimo livello ed accompagnò con un gesto che enfatizzava il livello apicale dei suoi interlocutori. Io per celia gli chiesi se parlava del Papa e lui fece quel gesto per indicare che si trattava di un livello molto alto. Io pensai che potesse essere o il ministro del Mef o il Presidente del Consiglio o qualcuno vicino a costoro”.