“Il caso Consip mette in evidenza una sistema di potere tutto avvinghiato intorno a Firenze”. Lo afferma al Messaggero Nico Stumpo, uno dei registi della nascita del Movimento Democratici e Progressisti, che parla di “giudizio politico”. “Per questo a mio parere – aggiunge – se fossi Lotti mi metterei nelle condizioni di difendermi meglio. Dico questo sottolineando che sono un garantista e quindi sono per le presunzione d’innocenza e chiedo alla magistratura di fare il suo lavoro nelle sedi opportune che sono le aule dei tribunali e non le pagine dei giornali”. “Penso da tempo – spiega Stumpo – che ci sia un problema oggettivo perché troppo spesso quelli che sono atti di un processo finiscono più che nelle aule dei tribunali nei titoli dei giornali. C’è un problema di tracciabilità degli atti giudiziari che andrebbe affrontato con molta serietà perché non trovo giusto scaricare eventuali responsabilità sui giornalisti che una volta ricevuta la notizia sono obbligati a diffonderla. Inoltre in troppi casi, mi permetto di ricordare quello di Penati ma l’elenco sarebbe lunghissimo, i processi hanno assolto persone la cui figura pubblica era stata distrutta dalla spettacolarizzazione delle indiscrezioni”.