De Luca jr, dalla Ue a lotta per sì a referendum

Avvocato, ricercatore confermato in Diritto dell’Unione Europea, referendario presso la Corte di giustizia dell’Unione europea, Piero De Luca, il figlio del governatore della Campania Vincenzo De Luca che ieri è stato rinviato a giudizio per il crac Ifil, nella sua carriera si è da sempre occupato di tematiche europee, quali aiuti di Stato e concorrenza, tutela dei consumatori, gestione del fenomeno migratorio, libera prestazione dei servizi. Il suo debutto in politica si è concretizzato su uno dei temi più cari al governo Renzi, il referendum costituzionale. De Luca junior, infatti, fu nominato coordinatore scientifico in Campania del comitato per il ‘Sì’: un battesimo, il suo, che si tenne Napoli alla presenza del ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi. Classe 1980, un diploma allo storico liceo classico Torquato Tasso di Salerno, una laurea in Giurisprudenza con una tesi di Diritto costituzionale sul tema ‘I conflitti di attribuzione tra Regioni e Potere Giurisdizionale’, si è quasi subito trasferito prima a Bruxelles e poi a Lussemburgo. Poco social, si racconta più che altro sul suo sito dove innanzitutto cita Gandhi: “Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere”. Come avvocato, si legge on line, si è occupato delle problematiche legate alla realizzazione delle cosiddette ‘Autostrade del mare’ ed agli incentivi europei per lo sviluppo delle reti transeuropee dei trasporti. Ha approfondito la tematica relativa alle reti d’impresa, con specifico riferimento alle opportunità di sviluppo dell’economia locale ad esse legate nonché alle specificità della disciplina nazionale ed europea in materia. E ha assistito, tra l’altro, numerosi clienti dinanzi all’Autorità Garante della concorrenza e del mercato, nell’ambito di procedure relative ad accordi restrittivi della concorrenza.

Dopo la lettura della sentenza De Luca ha rilasciato poche battute: “In sede di dibattimento avremo finalmente la possibilità di dimostrare in modo sereno, obiettivo e trasparente l’assoluta infondatezza di una contestazione strumentale e inverosimile. Sono profondamente sereno e ho fiducia nella magistratura.Mi auguro che il giudizio si celebri più rapidamente possibile per fare chiarezza sulla mia posizione. Tutto questo non ci distrarrà dal lavoro che stiamo facendo sui territori”.


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