Detenuto si laurea in Scienze dell’Educazione: “Nuova vita”

Con una tesi su “I romanzi di Paola Mastrocola: metafore di vita e messaggi educativi” si e’ laureato, questa mattina, all’Universita’ della Calabria, Massimo Armando Raganato, attualmente detenuto nel carcere di Paola  in provincia di Cosenza. Ha studiato in tre diversi carceri, a Lecce prima, poi a Trani e infine a Paola. Sostenuto anche dalla sua fidanzata, che poi e’ morta in un incidente stradale avvenuto proprio mentre lei andava a trovarlo a Trani. Una terribile disgrazia in cui persero la vita la ragazza e il padre di lei. Ma lui non si e’ arreso. Qualche anno fa aveva anche chiesto un contributo economico alla Regione Calabria, per poter pagare le tasse universitarie. Contributo mai arrivato. Alcuni volontari lo hanno pero’ aiutato. E oggi si e’ laureato in Scienze dell’educazione. “E’ la cultura che ti rende libero – ha detto Massimo Raganato – e non solo la liberta’ fisica e voglio ringraziare i volontari e la direzione del carcere che mi hanno dato la loro piena disponibilita'”. Raganato, che sta scontando una pena di 11 anni, uscira’ tra un anno. “Spero che questo sia un punto di partenza – ha detto ancora il neolaureato – perche’ ho avuto proprio una ricostruzione della mia personalita’ e spero che anche altri detenuti possano intraprendere questo cammino”.

“Nella giornata di oggi un detenuto del carcere di Paola ha conseguito la laurea in Scienze dell’educazione. A lui porgo le mie congratulazioni e colgo questa occasione per ricordare che il nostro ateneo e’ particolarmente sensibile ai temi sociali, convinti che la cultura rappresenti, per i detenuti, una grande opportunita’ di riscatto e di acquisizione di responsabilita’ e di autonomia”. Lo dichiara il rettore dell’Universita’ della Calabria, Gino Crisci. “Proprio per garantire, ai soggetti in stato di detenzione, l’effettiva fruibilita’ del diritto allo studio universitario – spiega il rettore – ho voluto costituire, qualche mese fa, un comitato scientifico che si occupi della costituzione di un polo universitario penitenziario, che accompagni i detenuti che intendono seguire i nostri corsi di laurea, nell’iter che li porta dall’iscrizione fino alla laurea. Tutto, naturalmente, in accordo con i direttori degli istituti penitenziari del sistema carcerario calabrese e lucano. Fanno parte del comitato i professori Pietro Fantozzi, che e’ anche mio delegato in materia, Ciro Tarantino, Giuliana Mocchi e Franca Garreffa. Grazie al loro lavoro e a quello dei tanti volontari che ogni giorno si spendono per questa causa, gia’ nello scorso mese di giugno abbiamo avuto i primi due detenuti laureati, entrambi reclusi presso la Casa di reclusione di Rossano. “Oggi, invece – continua Crisci – un altro studente ha potuto raggiungere questo importante obiettivo, ribaltando quella che e’ l’idea di base del percorso universitario tradizionale: non e’ l’allievo che si presenta nel luogo e nei tempi definiti dall’istituzione universitaria, bensi’ e’ l’Universita’ che si rende disponibile a entrare in contatto con lo studente nei tempi e luoghi stabiliti dall’amministrazione penitenziaria. Un obiettivo non facile da raggiungere ma di alta funzione sociale, per il quale il professor Fantozzi si sta impegnando con grande determinazione, tanto che ha intenzione, nei prossimi mesi, di visitare tutte le carceri calabresi per promuovere la rete di collaborazione necessaria a far nascere il polo universitario penitenziario dell’Universita’ della Calabria”.


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