Nuoro. Volevano rubare anche la salma di Enzo Ferrari, lo storico costruttore della Ferrari, per chiedere un riscatto: la banda di Orgosolo, sgominata fra la Sardegna ed il nord Italia, era pronta a eseguire il piano. Ma a fermare Gianni Antonio Mereu, 46 anni, originario di Orgosolo e residente a Traversetolo in provincia di Parma, con i suoi 33 complici, ci hanno pensato i carabinieri del Comando provinciale di Nuoro. Secondo quanto emerso dalle indagini, la salma dell’ingegnere Enzo Ferrari, sepolta nel cimitero monumentale di Modena doveva essere trafugata. A questo scopo erano già stati effettuati anche diversi sopralluoghi, ed erano state inoltre definite, fra alcuni componenti, le modalità di custodia della salma e di gestione dei contatti con i familiari. Un disegno criminale impedito dai servizi mirati e preventivi coordinati dal Nucleo investigativo dei Carabinieri di Nuoro ed effettuati in collaborazione con la Compagnia dell’Arma di Modena.
Nella progettazione di questo disegno criminoso erano stati ricalcati e ripresi il modus operandi tipici dei sequestri di persona. Questo progetto non si è concretizzato, perchè i carabinieri hanno organizzato dei servizi di appostamento di massima visibilità per scoraggiare l’esecuzione del piano ideato nell’inverno 2015.
Trentaquattro ordini di custodia cautelare e numerose perquisizioni sono state disposte dal Gip di Cagliari su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Gli arresti sono stati eseguiti fra la Sardegna ed il nord Italia (Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Toscana). All’opera 300 militari supportati da unità cinofile, elicotteri, uomini del Reggimento paracadutisti Tuscania e dello Squadrone eliportato Cacciatori di Sardegna. L’associazione a delinquere era radicata ad Orgosolo in provincia di Nuoro. Il sodalizio era dedito anche a reati contro il patrimonio.
L’associazione, con la complicità di un ufficiale dell’esercito e un civile, trafuga armi da guerra che venivano poi utilizzati come scambio per la droga con esponenti della ndrangheta calabrese. L’ultimo furto di armi è avvenuto appena un mese fa. Le armi da guerra venivano poi utilizzate per rapine ai portavalori in Sardegna.