Prima sceglievano le abitazioni che sapevano essere disabitate per qualche giorno. Poi posizionavano un foglietto di carta davanti alla porta d’ingresso e ritornavano il giorno dopo: se quel pezzetto di carta era ancora li’, era il lasciapassare per la banda per indicare che i proprietari non c’erano. “Un gruppo di quattro persone che avevano un programma delinquenziale indeterminato e consumava una pluralita’ di reati contro il patrimonio con modalita’ sempre uguali – scrive il gip di Salerno Pietro Indinnimeo nell’ordinanza che ha portato all’arresto di tre persone del rione Traiano a Napoli – sopralluoghi per verificare presenza di proprietari o vicini di casa, apposizione di complici all’esterno con il ruolo di palo che avvertivano dell’arrivo di forze dell’ordine”. In manette sono finito Ciro Romano, 52 anni, il figlio Giuseppe di 30 anni e Ciro Giullari di 52 anni. Sono tutti accusati di associazione per delinquere finalizzata alla consumazione di furti in appartamento nonché diversi furti e tentati furti consumati sull’intero territorio della Regione Campania ed, in particolare, nelle provincie di Salerno, Napoli ed Avellino. I furti, consumati o tentati, contestati al sodalizio criminale avvenivano sempre con le stesse modalità e nel periodo estivo ed avevano come obiettivo le abitazioni lasciate vuote dalle famiglie partite per le vacanze estive. In particolare l ‘attività investigativa, svolta prevalentemente mediante intercettazioni telefoniche e servizi di osservazione, ha consentito di verificare che gli indagati preliminarmente effettuavano sopralluoghi ed individuavano gli appartamenti da colpire contrassegnandoli con dei segni distintivi allo scopo di assicurarsi che nel frattempo i proprietari non fossero rientrati; successivamente, solo dopo che i “pali” si erano posizionati nelle vicinanze con le auto pronte per la fuga.
Quando arrivava il ‘via libera’ del foglietto, iniziavano le procedure per scassinare le serrature delle porte e nessun modello aveva segreti. L’unica cosa che metteva ansia alla banda erano le telecamere di sicurezza. In un’occasione, uno di loro entro’ in un’abitazione in provincia di Avellino, ma si accorse di essere inquadrato da una telecamere notturna. La scena viene immortalata sequenza dopo sequenza nelle immagini acquisite dai carabinieri. Il ladro quando si accorge di essere stato ripreso, tenta di smontare l’impianto di registrazione e non ci riesce. Di fondamentale importanza per le indagini sono state le intercettazioni telefoniche perché i ladri si tengono in contatto l’uno con l’altro durante il colpo proprio con i telefoni cellulari captati dalla forze dell’ordine. “Cerca qualcosa di buono”, dice Ciro Romano il 6 luglio 2016 a proposito di un furto un’appartamento a Salerno. “Ci stanno, ci stanno, come non ci stanno, ad una parte che tengo e’ grossa”, la risposta del suo interlocutore. Quella mattina furono portati via tre orologi, due paia di occhiali, una borsa Louis Vuitton, 380 euro e diversi anelli e bracciali in oro e argento. In un altra casa, il gip sostiene che le intercettazioni sono di una “chiarezza disarmante” in quanto ad un certo punto si sente finanche l’allarme dell’appartamento suonare. Solo dopo la disattivazione arriva la frase: “iniziamo ad entrare dentro con la tenaglia”. I carabinieri hanno poi accertato un altro modus operandi della banda: mentre il complice sale le scale che portano all’abitazione, un altro bussa al citofono per essere certi dell’assenza dei proprietari. In un altro caso, in un furto perpetrato al Vomero il 29 luglio 2016, qualcosa va storto: “Ci sono persone per le scale”. La risposta e’ rapida: “Appena se ne vanno questi qua andiamo a vedere un’altra via, e mi fai uno squillo, va bene?”.