Portici. ”Vediamo delle collusioni importanti tra certi esponenti della criminalità organizzata, quelli della Pubblica amministrazione e persino della politica. Purtroppo ci sono ancora”. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti nel suo intervento all’istituto comprensivo ‘don Peppe Diana’ a Portici facendo un chiaro riferimento all’inchiesta della Dda che ha portato alla scoperta di una rete di colletti bianchi in grado di manipolare gli appalti. ”L’evoluzione delle organizzazioni camorristiche – ha proseguito – è stata offerta dalla opportunità di corrompere, di sviluppare attività corruttive. La corruzione oggi è uno strumento anche delle organizzazioni mafiose e della camorra. Quest’ultima entra in rapporto con la Pubblica Amministrazione e con le istituzioni per arricchirsi illecitamente e lo fa attraverso meccanismi che, più che di intimidazione, sono forme di corruzione: si paga, si corrompe, si creano aree di collusione con la Pubblica Amministrazione e la politica senza ricorrere alla violenza”. “La violenza – ha sottolineato Roberti – rimane su uno sfondo, come se fosse una garanzia per il rispetto dei patti corruttivi che la camorra assume con la politica, con le istituzioni, con l’impresa e con tutti i soggetti che possono essere utili per arrivare all’obiettivo dell’arricchimento e dell’accumulazione di ricchezza”.