“L’illecito affidamento del servizio scuolabus e la sconcertante vicenda delle luminarie dimostrano la pericolosità della persona e del ruolo rivestito da Tito, capace di inquinare le fonti di prova e commettere altri reati”.Un atto d’accusa durissimo attraverso il quale la Procura di Torre Annunziata chiede al Riesame di accogliere la richiesta di arresto ai domiciliari per il sindaco di Meta, Giuseppe Tito, al quale la scorsa settimana è stato notificato un avviso di garanzia e contestuale sequestro di beni. Il primo cittadino costiero è indagato per corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso d’ufficio, turbativa d’asta, peculato, omessa denuncia e falso. Accuse analoghe per l’imprenditore Antonino Staiano, mentre i pm oplontini invocano il divieto di dimora per il comandante della polizia municipale Rocco Borrelli e per l’altro imprenditore Aniello Donnarumma. Secondo gli inquirenti le quattro persone sotto inchiesta “hanno più volte tentato di sviare le indagini” e potrebbero commettere altri reati visto che ricoprono gli stessi ruoli occupati all’epoca dei fatti. Ora si attende che il Riesame fissi la data dell’udienza durante la quale dovrà essere discusso l’appello proposto dalla Procura.