Nocera Inferiore. E’ un giallo che si arricchisce di nuovi particolari quello che si è consumato – cinque anni fa – nell’appartamento di via Piccolomini, 122 con la morte di Anna Candeloro. Ma il “Cold Case” nocerino potrebbe essere ad una svolta determinante. Le perquisizioni disposte dal sostituto procuratore Valeria Vinci ed effettuate dai Finanzieri della Compagnia di Nocera Inferiore, venerdì tre marzo, hanno scatenato un effetto domino. E da due giorni in Procura si susseguono gli interrogatori di indagati e testimoni. Il pm che sta seguendo la delicatissima inchiesta ha convocato presso il proprio ufficio alcuni degli indagati, in particolare quelli già raggiunti dall’avviso di garanzia e dal decreto di perquisizione la scorsa settimana, ma anche nuovi testimoni che sono entrati nel fascicolo d’inchiesta iscritto per i reati di omicidio, estorsione e falso. Una convocazione repentina che dà il sentore che la Procura sia ad una svolta. I primi interrogatori, ieri pomeriggio, gli altri nella mattinata di oggi.
Ad essere ascoltati in primis i vicini di casa di Anna Candeloro, quelli che hanno acquistato l’appartamento in nuda proprietà dell’anziana, venti giorni prima della morte. Ma anche quelli che – sospetta la Procura – abbiano provocato volontariamente la morte della pensionata di Piedimonte per accaparrarsi il ricchissimo patrimonio acquisito in anni di rinunce. E torna, preponderante, la questione dei buoni fruttiferi depositati presso l’ufficio postale di via Marconi a Nocera Inferiore e incassati nel giro di diversi mesi.
Nel registro degli indagati, è finita Angela D’Amora, la 76enne vicina di casa dell’anziana – morta improvvisamente il 12 gennaio del 2012 – acquirente il 20 dicembre del 2011 dell’appartamento della pensionata. Una nuda proprietà che è arrivata presto nelle mani dell’acquirente – sostiene la Procura – perché Anna Candeloro è stata uccisa. L’omicidio si sarebbe consumato con dosi letali di farmaci quelli che il perito Roberto Testi ha cercato nei resti della donna esumata, cinque anni dopo, ad ottobre scorso.
A somministrargli i farmaci un infermiere che – secondo quanto ricostruito dagli inquirenti – è proprio il figlio della vicina di casa. Nel registro degli indagati è finito, infatti, anche Gerardo Spinelli, 50 anni, e la sorella Emanuela, 47 anni, entrambi residenti in via Piccolomini 122.
La cartina al tornasole che ha svelato l’inchiesta tenuta nel più stretto riserbo, già assurta agli onori della cronaca a ottobre con la riesumazione dei resti di Anna Candeloro, sono state proprio quelle perquisizioni disposte la settimana scorsa dal pubblico ministero che ha ereditato l’inchiesta dal collega Ernesto Caggiano. Tra i perquisiti anche un altro personaggio, molto noto a Nocera Inferiore, Gerardo Iuliano, da tutti conosciuto come Dino, ex direttore dell’ufficio postale dove erano stati ‘accesi’ i buoni fruttiferi dell’anziana e del fratello, anch’egli morto senza lasciare eredi diretti se non l’anziana sorella. I finanzieri della Compagnia di Nocera Inferiore hanno perquisito anche l’appartamento dell’anziano direttore delle poste, oggi 85enne, e di Giuseppe Iuliano 54enne nocerino.
Una storia incredibile quella che si sta paventando nell’inchiesta nocerina dove vi sono tutti gli elementi di un giallo che a mano a mano sembra dipanarsi. Numerosi gli elementi, nelle mani agli inquirenti, per ritenere che non vi sia stato nulla di naturale nel decesso di Anna Candeloro. L’attenzione, nel corso delle indagini si è spostata immancabilmente anche sullo stato di salute della pensionata, tanto che tra gli indagati è finito anche il medico di base della donna. E anche il notaio Lucia Di Lieto – accusata esclusivamente di falso – per il rogito notarile con il quale Anna Candeloro aveva venduto per 43mila euro il suo appartamento in nuda proprietà a Angela D’Amora. I finanzieri sono alla ricerca di quei soldi, pagati con un assegno circolare, che l’anziana avrebbe dovuto incassare – come scritto nell’atto notarile – il 20 dicembre del 2011 ma dei quali non vi è traccia. In effetti, non ne ha avuto il tempo e dovrebbero essere parte di un’eredità che va ai suoi parenti più prossimi e in particolare ai cugini nocerini, tra i quali un’anziana che in questi anni – pur essendo residente a Milano – ha continuato a invocare chiarezza su quella morte sospetta, inviando decine di lettere e esposti alla Procura di Nocera Inferiore.
Gli interrogatori che si susseguono da due giorni potrebbero essere la chiave di volta dell’inchiesta. Ci sono ancora alcuni punti oscuri da chiarire, compresa la malattia diagnosticata alla vittima nei mesi precedenti la morte: un tumore. Anche su questo gli inquirenti nutrono molte perplessità. Quel male, diagnosticato nei mesi precedenti la morte, potrebbe essere stata la leva per indurre l’anziana ad affidarsi completamente ai vicini per le cure e a vendere l’appartamento, salvo poi scrivere una lettera alla cugina di Milano – arrivata post mortem – nella quale le donava le sue proprietà immobiliari e finanziarie. Un testamento olografo svuotato del patrimonio, visto che l’anziana è morta senza avere più nulla, escluso quei 43mila euro che non ha mai incassato.
Rosaria Federico