Ragazzino morto folgorato: chiesto il processo per l’operaio stabiese

Il pm Daria Mafalda Cioncada della Procura di Nocera Inferiore ha chiesto il rinvio a giudizio per G. E. un operaio di 47 anni di Castellammare di Stabia che lo scorso 10 giugno causò la morte del 14enne Ettore Abbagnale, che insieme al padre Catello stava raccolgliendo le ciliege nel terreno di proprietà della famiglia in località Macchione, in via Pozzillo a Fisciano. Il ragazzino morì folgorato da una scarica elettrica perché, come è emerso dalle indagini dei carabinieri, l’indagato (conoscente del padre) poggiò una scala di metallo dell’altezza di otto metri per poter salire sull’albero e raccogliere le ciliegie, aiutato dal ragazzino. I due erano alle prese con l’attrezzo, preso dai due lati, quando la scala venne a contatto con i fili dell’alta tensione. Il ragazzino morì sul colpo, folgorato dalla scarica elettrica dei tralicci perché privo delle scarpe di gomma antinfortunistiche che invece indossava il quarantasettenne. Nonostaante i tentativi di rianimarlo e la corsa verso l’ospedale “Fucito” di Mercato San Severino il piccolo Ettore morì all’arrivo in ospedale. La notizia suscitò molto clamore perché Catello Abbagnale noto a Castellammare come “Catello Mato Grosso” ha da sempre operato nel campo del volontariato sociale e quella frutta che stavano raccogliendo era destinata alla vendita i cui proventi sarebbero andati in Perù alle famiglie bisognose del Machu Picchu.

Gli inquirenti della Procura di Nocera Inferiore nel corso delle indagini hanno ascoltato numerosi testimoni. Sono emerse  decisive carenze di sicurezza dai loro racconti: se il ragazzino avesse calzato le scarpe antinfortunistiche come il quarantasettenne finito sotto accusa, avrebbe evitato la scarica, favorita invece dai sandali e dal terreno bagnato dove poggiavano i piedi.

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