A un mese dal maxi- blitz che ha azzerato della rete di spaccio del clan Puccinelli-Petrone, i colpi di scena non accennano a fermarsi. Il giudice per le indagini preliminari ha infatti disposto il ridimensionamento della misura cautelare in carcere spedendo agli arresti domiciliari quasi trenta pusher, a fronte del non provato contatto diretto con i boss.
La svolta, che porta la firma del gip Egle Pilla, è arrivata in seguito alla scrupolosa valutazione effettuata sulle singole posizioni de- gli indagati. Il giudice, come riporta Il Roma, grazie anche all’input arrivato dal collegio difensivo (avvocati Antonella Regine, Angelo Ferraro e Salvatore Landolfi), ha infatti constatato che la quasi totalità delle figure minori, soprattutto spacciatori di età compresa tra i 19 e i 22 anni, non aveva avuto in realtà alcun contatto diretto con il vertice dell’organizzazione, ovvero Francesco Petrone ‘ o nano e Ciro Puccinelli pocchi pocchi, bensì solamente con il referente per la gestione della “piazza” sulla quale operavano. Il ridimensionamento della misura cautelare è così arrivato per quasi un terzo delle 88 persone finite in manette nella retata dello scorso 31 gennaio. I giovani indagati che avevano la possibilità di fornire all’autorità giudiziaria un domicilio geograficamente distante dal rione Traiano sono così riusciti a ottenere gli arresti in casa in attesa che venga istruito il processo. Tra questi anche Vincenzo Matacena, assistito dall’avvocato Mario Bruno, che nonostante fosse stato indicato dal pentito Emilio Quindici come uno “spacciatore di erba al dettaglio nella piazza di via Tertulliano della famiglia Ivone”, ha potuto beneficiare dei domiciliari.
Sullo sfondo della vicenda si staglierebbe inoltre un problema di attualità del reato. L’inchiesta della Procura è infatti partita nel 2013 e alcuni dei fatti contestati ai Puccinelli-Petrone e, soprattutto, ai loro quattro sottogruppi risalgono al 2014: un arco temporale troppo distante rispetto alla data in cui il fascicolo è poi effettivamente approdato all’ufficio Gip. Non è tutto, diverse novità erano precedentemente già emerse anche in sede di Riesame. La Decima sezione dell’ex Tribunale delle libertà aveva infatti escluso l’aggravante dell’agevolazione al clan – articolo 7 della legge Falcone -per quasi tutte le figure di secondo piano: esclusi dunque anche in quel caso boss e capipiazza.