Salerno come Mugnano: 12enne pestata da baby bulle e lo zio posta la foto su facebook

Salerno. La foto dell’efferata violenza sui social e la denuncia pubblica per atti di bullismo nei confronti di una ragazzina di 12 anni: un caso sul quale indagano da ieri gli agenti della Squadra Mobile che hanno raccolto la denuncia di una madre disperata.
L’aggressione sul Lungomare di Salerno, nei pressi della Spiaggia di Santa Teresa, sabato pomeriggio, con la ragazzina – accompagnata dalla madre – che sarebbe stata attirata in una trappola da due coetanee e un ragazzino della stessa classe. Poi l’intervento di una 20 di ragazzini, più o meno coetanei, che avrebbero spalleggiato la giovane aggressiva. Contorni ancora confusi per la storia, riportata oggi da alcuni quotidiani locali, e resa pubblica da un post della ragazzina aggredita su Facebook, così come aveva fatto il papà di Mugnano che la settimana scorsa aveva pubblicato la foto del figlio massacrato in volto da bulli coetanei.
“Mia nipote la settimana scorsa aveva ricevuto un messaggio nel quale veniva avvertita che le avrebbero fatto molto male e così è stato – scrive lo zio della 12enne salernitana -. A scuola la stanno torturando: la settimana scorsa è stata picchiata e le hanno rotto gli occhiali, poi le hanno rubato 20 euro custoditi nella cover del telefonino, la offendono costantemente con epiteti volgari e la prendono in giro dandola della mammona perché è molto legata a sua madre e spesso esce con lei. Sabato pomeriggio, dopo quella telefonata, mia sorella aveva capito che stava per succedere qualcosa e aveva allertato le forze dell’ordine che, però, sulla base di una sensazione non hanno potuto far scattare l’intervento. Mia sorella ha tentato più volte di ricomporre i contrasti e ha cercato anche un dialogo con la madre di uno dei bulli ma è stata a sua volta minacciata”. Lo scontro, sul Lungomare di Salerno, è stato violento – sostiene la mamma della ragazzina aggredita e poi curata in ospedale per le ferite riportate -, secondo la donna la figlia avrebbe subito anche un tentativo di strangolamento.
Due le ragazzini che ssono venute alle mani sabato pomeriggio, entrambe si sono fatte medicare in ospedale dopo la violentissima lite.
Le due adolescenti, ascoltate entrambe in questura, hanno infatti fornito versioni diverse, contrapposte, sostenendo ognuna di essere vittima dell’altra. Versioni discordanti che, ieri, hanno spinto gli agenti della squadra mobile a sentire un gruppo di coetanei coinvolti nella vicenda già dai giorni precedenti. La vicenda sarebbe nata tra i banchi di scuola, la Media San Tommaso d’Aquino di Fratte, frequentata da una delle due protagoniste. In classe l’adolescente sarebbe stata presa di mira, con episodi di bullismo, un furto, e ingiurie su whatsapp e facebook. Un crescendo fino alle 18,30 di sabato quando le due ragazzine si sono date appuntamento sul Lungomare per un chiarimento. La 12enne ‘convocata’ si è presentata con la mamma, ma neppure questo sarebbe bastato a fermare la violenza. La ragazzina e la madre hanno raccontato di essere state accerchiate da un folto gruppo di adolescenti. Alcuni di loro, interrogati dalla Polizia, hanno sostenuto – invece – di essere intervenuti per dividere le due litiganti. La madre della giovane ha offerto una versione del tutto diversa nella denuncia presentata alle forze dell’ordine sostiene di essere stata aggredita, insieme alla figlia. La contesa sarebbe nata su un ragazzino, un fidanzatino conteso.
“Hanno tentato di strangolarla e di soffocarla infilandole due dita in gola. Mia figlia è costantemente vittima di violenti episodi di bullismo da parte dei suoi compagni di classe e dei loro amici: sono ragazzi più grandi che ormai l’hanno presa di mira. Sabato pomeriggio è stata subdolamente attirata in una trappola: l’hanno chiamata dandole un appuntamento e poi l’hanno selvaggiamente aggredita. Volevano fargliela pagare, sostengono che avrebbe rivolto uno sguardo di troppo al fidanzato di una coetanea. Hanno 12 anni, sono poco più che bambini e, per questo assurdo motivo, sarebbero arrivati persino ad ucciderla. Se non c’ero io con lei sabato pomeriggio l’avrebbero ammazzata” ha raccontato poi la donna, sconvolta. La signora che per qualche giorno ha lasciato la città, ha ricostruito agli agenti della Squadra Mobile quanto accaduto sabato sera e nei giorni precedenti: “Siamo andati fuori città da mio fratello: per due, tre giorni voglio tenere mia figlia fuori da quell’inferno. L’aggressione di sabato è stato solo l’ultimo episodio di un calvario che ha gettato la ragazza nello sconforto – dice sconvolta la donna -. Ho visto mia figlia a terra e, mentre il branco la picchiava, sferrandole calci e pugni, hanno afferrato me per i capelli tentando di allontanarmi. Ho cominciato a gridare dicendo che avrei chiamato i carabinieri, non è intervenuto nessuno e molti di quei ragazzi ridevano mentre gli altri mettevano in scena la più assurda violenza. Poi, dopo il raid punitivo, sono andati via dileguandosi”.


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