Salerno, viaggi in Lussemburgo pagati dalla Ifil: processo per il figlio del Presidente De Luca

Salerno. Bancarotta fraudolenta della società Ifil di Mario Del Mese: processo per tutti gli imputati, tra i quali Piero De Luca, figlio del Presidente della Regione Campania, all’epoca dei fatti sindaco di Salerno. Piero De Luca viaggiò in Lussemburgo dove si recava per lavoro con voli aerei pagati dalla Ifil, poi fallita, dell’imprenditore coinvolto nel crac del Pastificio Amato. Dal 2009 al 2011, il rampollo del Governatore ebbe pagati voli per 23mila euro circa. 

Stamattina, Mario Del Mese e il cognato Vincenzo Lamberti hanno patteggiato la pena, dinanzi al Gup Sergio De Luca del Tribunale di Salerno, a 3 anni e 8 mesi per Del Mese in continuazione con il patteggiamento del crac Amato e un anno e sei mesi per Vincenzo Lamberti.

L’inchiesta riguarda la Ifil C&D, una società immobiliare che faceva affari sia con il Comune di Salerno che con il Pastificio Amato, coinvolgimenti della società di Del Mese, sono stati trovati anche nell’inchiesta sulla variante per la realizzazione di piazza della Libertà a Salerno. A chiedere e ottenere il processo per gli imputati, nel corso dell’udienza preliminare di stamattina, i pm Vincenzo Senatore e Francesco Rotondo. 

Mario Del Mese, socio al 50 per cento della Ifil, e nipote dell’ex parlamentare Udeur, Paolo insieme al cognato e socio Vincenzo Lamberti, altro socio oltre che cognato di Del Mese escono dal processo con un patteggiamento. Sono stati rinviati a giudizio, dinanzi ai giudici del Tribunale di Salerno, oltre a Piero De Luca, Giuseppe Amato, Emilio Ferraro, ex socio di Piero De Luca in uno studio legale; Luigi Avino, Marianna Gatto e Valentina Lamberti, mogli di Amato e di Del Mese.Tutti sono accustai di aver concorso al fallimento fraudolento della società, «distraendo o comunque dissipando il denaro di cui avevano disponibilità per ragioni connesse alla gestione utilizzandolo per fini diversi». De Luca jr è imputato per aver usufruito del pagamento dei viaggi in Lussemburgo, insieme alla moglie, per un importo di 23.026 euro tra il 2009 e il 2011. Del Mese, invece, aveva utilizzato impropriamente il denaro della srl (29 mila euro circa) per acquistare arredi per la sua abitazione. Sempre la Ifil, «in assenza di qualsivoglia rapporto commerciale», avrebbe eseguito pagamenti a favore della Ma.Ma., società della moglie di Giuseppe jr Amato, Marianna Gatto, per 92.200 euro, ventimila di questi dati direttamente alla coppia di coniugi. 

Nel corso delle indagini i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria riscontrarono numerose anomalie nei conti della società e una serie di fatture inesistenti. (ros. fed.)


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