Torre Annunziata. Armi: condannato a 4 anni Domenico “Mimmo” Tamarisco, che per l’accusa stava progettando un omicidio. Ritenuto dalla Dda di Napoli tra i maggiori boss della famiglia dei Nardiello, potenti narcos del rione Poverelli di Torre Annunziata, Domenico Tamarisco ha provato a respingere le accuse fino all’ultimo. Il ras lo ha fatto anche ieri, collegato in videoconferenza con il tribunale. Il suo racconto dal carcere, però, non ha convinto i giudici.
Domenico Tamarisco era alla sbarra perchè durante alcune intercettazioni, attivate dai finanzieri del Gico nel corso della maxi-inchiesta “Positano 2014”, relativa a un gigantesco traffico internazionale di hashish e cocaina con il Sud America, “Mimmo” avrebbe chiesto armi per fare un agguato.
Ad incastrare Domenico Tamarisco, alcune frasi ritenute schiaccianti dagli investigatori: “Ci servono due di loro, un motorino rubato. Le pistole ci stanno, le mettiamo dietro alla schiena. Gli schiattiamo la capa”. Il ras, al telefono, avrebbe risposto: “Ok. Ci stanno la 9, la 21 e la 38”.
Il filone principale del processo “Positano 2014” si è chiuso, invece, la settimana scorsa. Il giudice has inflitto pesanti condanne agli altri componenti del gruppo di narcos. Tra i condannati, a 20 anni di reclusione, pure il fratello di “Mimmo”, Bernardo Tamarisco. Da Torre Annunziata, infatti, partivano ordini via telefono: destinazione Colombia ed Ecuador.
Monica Barba