Torre Annunziata, vittima degli orchi del Rione Poverelli: arriva il maxi risarcimento per il figlio di mamma-coraggio

Ad oltre 20 anni di distanza riceve un maxi risarcimento dallo Stato per quell’infanzia negata quando era ragazzino. Un risarcimento economico impottante pari a 800 mila euro ma che certamente non ridarà a Salvatore quello che gli orchi gli hanno tolto quando aveva solo sette anni. Salvatore è uno dei bambini rimasti vittima della banda di orchi pedolfili del rione Poverelli di Torre Annunziata. La notizia all’epoca fece il giro del mondo. E ieri grazie alla sentenza della Corte di Appello di Napoli è arrivato il risarcimento economico, non certo quello morale e umano che a salvatore e a tutte le altre vittime nessuno potrà mai ridare. La storia di Salvatore e della sua famiglia è tra le più crudeli degli ultimi anni. Lui come altri bambini furono violentati a turno e in gruppo in una scuola elementare nel rione Poverelli di Torre Annunziata. Venivano  storditi con whisky e minacciati con siringhe e poi filmati in pose racca­priccianti. Tre madri coraggio denunciarono i fat­ti. L’11 giugno ’97 scattò il blitz: 17 arrestati. Due indagati – un bidello e il fotografo -vengo­no prosciolti, gli altri condannati in primo grado. Ma nel ’99 escono dalla galera per scadenza dei termini. Una libertà che dura poche ore: a un giorno di di­stanza vengono giustiziati dalla camorra Ciro Falanga e Pasqua­le Sansone, che erano stati condannati a 15 e 13 anni per gli stupri ai bambi­ni. Una delle donne che aveva denunciato le violenze ai danni dei propri figli era Matilde Sor­entino, la madre di Salvatore: a 49 anni nel 2004 fu uccisa a bruciapelo sulla porta di casa sotto gli occhi del figlio, che riconob­be il killer. I man­ danti dell’omicidio di Matilde non sono mai stati scoperti.

I re­sponsabili secondo i giudici non avevano a che fare con i clan quindi i figli di Matilde Sorrenti­no, come ricorda l’edizione napoletana di Repubblica, esclusi dal programma di protezione, non furono riconosciuti vittime di camorra. Ri­schiava di cadere anche la re­ ponsabilità civile: Comune di Torre Annunziata e ministero presentarono appello contro la sentenza di primo grado. Ora invece la Corte d’Appello ha sostenuto nella nuova sentenza che ogni bambino stipula un contrat­to con la scuola e che il ministero ha quindi la responsabilità su tutto quello che succede nella scuola durante l’orario delle le­zioni. L’obbligo di “vigilare sulla sicurezza e sull’incolumità dell’allievo” e affinché “nei locali scolastici non si introducano persone che possano arrecare danno agli alunni” è stato rico­nosciuto per il ministero, ma non per il Comune:era stato rico­nosciuto colpevole un Lsu, con­trattualizzato con il Comune, ma è intervenuta la prescrizio­ne. La sentenza penale di primo grado afferma: “Dall’intero pro­cesso scaturisce un atto di accusa nei confronti dell’istruzione scolastica che è stata incapace di tutelare i bambini che le era­no stati affidati, incorrendo in sottovalutazioni e acquiescenze che non dovrebbero far parte del bagaglio etico e culturale de­ gli educatori”. Salvatore e il fra­tello maggiore riceveranno un risarcimento di mezzo milione di euro, che con gli interessi calcolati dal 1995, salirà a 800 mila euro. “Naturalmente – dicono i difensori Elena Coccia e Marco Ferrara – stiamo valutando an­che l’altra strada finora chiusa, quella del riconoscimento dello status di vittime della criminali­tà organizzata per Salvatore e Giuseppe. Abbiamo fatto ricer­che d’archivio e risulta che tutti i coinvolti nella vicenda di Rione Poverelli di Torre Annunziata avevano ricevuto condanne per reati di camorra. Tutti ci risulta­no legati a doppio filo con l’orga­nizzazione criminale dei Gionta e altri clan”.

 


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